Il Luna 9 dell’Unione Sovietica è stato il primo veicolo aerospaziale ad effettuare un atterraggio morbido sulla superficie lunare e ad inviare immagini del pianeta verso la Terra: precede di quattro mesi il Surveyor 1 soft lander statunitense e viene ufficialmente lanciato il 31 gennaio del 1966 alle ore 11:41:37 UTC, da un razzo Molniya-M serie 103-32 partito dal sito 31/6 del cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan.
Caratteristiche: La navicella spaziale Luna 9 è realizzata in due parti, con una massa complessiva di 1528 kg (per 2,7 metri d’altezza). La stazione automatica sovietica che atterra sul suolo extraterrestre il 3 febbraio del 1966, è composta da un corpo sferico di 58 centimetri di diametro e da una massa di 99 kg: lo strumento aerospaziale consiste in un recipiente ermetico pressurizzato a 1,2 atmosfere dotato di sistema radio, dispositivo, batterie, sistema di controllo termico, apparecchiature scientifiche di programmazione, quattro antenne poste sull’esterno del vano ed un sistema airbag di ammortamento automatico in caso di atterraggio. L’intero comparto dotato del principale retrorazzo KTDU-5°, quattro razzi nonio stabilizzatori, lega d’alluminio del serbatoio del carburante (dalla forma toroidale del diametro di novanta centimetri) con sistema di pompaggio, serbatoio di azoto per l’airbag e attrezzature con sensore di atterraggio, è montato nel corso della fase di volo: questa attrezzatura comprende inoltre giroscopi, apparecchi elettro-ottici, un sistema radar di atterraggio morbido e dei piccoli motori di orientamento. Gli scomparti posizionati su entrambi i lati della stazione (dalla massa totale di 300 kg) contengono il radar di guida e bombole di gas del sistema di controllo di assetto (per la fase di crociera) con tre getti di azoto. Il carico complessivo di propellente di Luna 9 (carburante a base di ammine e ossidante acido nitrico) ammonta a 800 kg, mentre l’equipaggiamento scientifico è da considerarsi invece leggero: un chilogrammo e mezzo, che comprende la macchina fotografica panoramica ed un rilevatore di radiazioni SBM-10. (qui la foto di Luna 9 sul sito della Nasa)
La missione Luna 9
Il Luna 9 effettua il payload sull’orbita terrestre grazie ad un A-2-E, e viene successivamente convogliato verso la luna nel corso della quarta fase del razzo, che si separa infine dalla sonda il 31 gennaio 1969. A 75 km di quota, pochi secondi prima di approdare sul suolo alla velocità di 2,6 km/s, l’altimetro del radar autorizza la dispersione dei moduli laterali, il rigonfiamento dell’airbag e l’iniziale utilizzo del retrorazzo: a 250 metri dalla superficie, quest’ultimo viene spento in favore dell’avviamento dei quattro motori stabilizzatori, utilizzati per rallentare. Ad un’altezza di circa 5 metri dal terreno, un sensore di contatto mette piede sul suolo, i motori vengono spenti e la capsula di atterraggio viene espulsa impattando la superficie a 22 km/h.
La discesa sulla Luna
Il modulo di atterraggio di Luna 9 tocco la superficie lunare il 3 febbraio 1966.
La curiosità
Per motivi sconosciuti, le immagini ricevute da Luna 9 non furono subito rilasciate dalle autorità sovietiche (fonte Wikipedia). Nel frattempo, l’osservatorio di Jodrell Bank che monitorava la sonda, si accorse che il formato utilizzato per l’invio sulla Terra delle immagini era compatibile con lo standard internazionale di trasmissione immagini utilizzato dalle testate giornalistiche. Il Daily Express riuscì ad ottenere un ricevitore dall’osservatorio e fu in grado di pubblicare le storiche riprese della Luna. Alcuni sospettano che i progettisti della sonda avessero previsto questa opportunità, in modo che il mondo potesse accedere alle immagini evitando l’imbarazzo di chiederle all’URSS, o per evitare che le autorità russe creassero una propaganda trionfale come quella che seguì il volo di Gagarin.
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