Il rapporto tra la Michelin e il nostro Paese risale abbastanza indietro nel tempo. Infatti il 13 luglio ricorre l’anniversario dall’apertura della prima fabbrica Michelin in Italia. Ne approfittiamo per tracciare sinteticamente l’evoluzione dell’attività nel nostro territorio di uno dei primari costruttori mondiali di pneumatici.
13 luglio 1907: la prima fabbrica Michelin in Italia
Correva dunque il lontano 1907, Michelin era diventata una realtà industriale importante, attiva fin dal 1889. Ai pneumatici per biciclette si erano affiancati quelli per il promettente mercato dell’automobile. Erano già nati sia il Bibendum che la Guida Michelin. Ora divaghiamo leggermente, però due parole sulla nascita del Bibendum sono d’obbligo; quello che tutti conosciamo come Omino Michelin venne creato dal disegnatore Marius Rossilon, noto come O’Galop, nel 1898, su un’idea di Edouard Michelin.
Il cofondatore (insieme al fratello André) dell’azienda ebbe la felice intuizione osservando una pila di pneumatici che gli ricordava appunto la forma di un uomo. Da lì il passo verso il manifesto pubblicitario fu breve: davanti ad una tavola imbandita viene mostrato uno brindisi fra tre strani signori, appunto tre pile di pneumatici antropomorfe. Quello in primo piano era proprio il nostro Omino, piuttosto distinto, munito di occhialini con cordicella. Egli alza un calice e pronuncia la frase latina “Nunc est bibendum!”. si tratta di un verso del poeta Orazio, significa “E’ ora di bere!”. Questo perché dal 1893 lo slogan dell’azienda era “Il pneumatico Michelin si beve l’ostacolo”. L’Omino divenne presto universalmente famoso, proprio col nome Bibendum.
Sviluppo dell’industria automobilistica
Ma torniamo in Italia. I pneumatici Michelin venivano importati fin dal 1901 e il successo era crescente, così come lo sviluppo dell’industria automobilistica. Venne quindi stabilito che era giunto il momento di dare un ulteriore impulso alla crescita aprendo direttamente una fabbrica nel nostro Paese, la prima fuori dalla Francia.
Torino costituiva una scelta naturale per la sede del sito produttivo, poiché nell’ex capitale in meno di dieci anni erano sorte ben 30 fabbriche di automobili. Così in un anno venne costruito lo stabilimento di Torino Dora, situato nell’attuale via Livorno (all’epoca si chiamava via Schina). Il primo pneumatico uscì dallo stampo di cottura appunto il 13 luglio 1907, 110 anni fa.
La posizione era strategica, come lo sono sempre le fabbriche ben progettate: infatti si trovava vicino alla centrale elettrica e allo scalo ferroviario Valdocco sulla linea Torino-Milano. La fabbrica Michelin Torino Dora (si trovava a circa 300 metri dalla riva sud della Dora Riparia) occupava inizialmente 1.000 dipendenti e costituì subito una delle realtà industriali più importanti della città; arrivò fino a 6.000 nel 1970, anno di massima espansione. Lo stabilimento Dora ricoprì a lungo un ruolo all’avanguardia. Ad esempio la produzione di pneumatici per scooter cominciò qui ancora prima che nella sede centrale francese di Clermont Ferrand.
Espansione in Italia
Dopo meno di vent’anni dall’apertura del sito torinese, la Michelin fu in condizione di espandersi ulteriormente in Italia. Espansione necessaria, poiché nel primo dopoguerra la fabbrica Dora non riusciva più a soddisfare la richiesta di tele di cotone e cavi di ritorni (cablé in gergo tecnico) utilizzati nella costruzione di pneumatici per autovetture e autocarri. Le leggi dell’epoca incentivavano l’apertura di fabbriche nel Trentino Alto Adige da poco conquistato.
Come molte altre aziende del settore (ad esempio Pirelli a Rovereto e Lancia a Bolzano), anche Michelin scalò le Dolomiti, aprendo nel 1927 a Trento un cotonificio. Alla fine degli anni Cinquanta, dopo l’introduzione della tecnologia radiale inventata proprio dall’azienda francese, la fabbrica venne adattata alla produzione di rinforzi metallici. Anche Trento raggiunse nei primi anni Settanta la sua massima dimensione, impiegando poco più di 1.770 dipendenti.
Nei primi anni Sessanta le dimensioni dell’azienda e del mercato erano tali da rendere necessaria un’ulteriore espansione. La famiglia Daubrée, imparentata con i Michelin e fin dall’inizio a capo delle attività italiane, decise dunque di costruire la terza fabbrica. Fu scelta Cuneo, un terreno fertile in senso industriale: vicina a Torino, molta acqua, molta manodopera disponibile, scarsa concorrenza in zona. Robert Daubrée, al quale oggi è intitolata la piazza dove sorge quello stabilimento, morì nel 1966; gli successe alla direzione il figlio Emmanuel, il quale proseguì nell’ingrandimento produttivo, sempre in Piemonte.
Nel 1970 aprirono le fabbriche di Alessandria e Fossano. Nel 1971 entrò in funzione il secondo stabilimento torinese, Torino Stura, in corso Romania, il cui ruolo principale fu proprio quello di rimpiazzare l’ormai vetusta fabbrica nata nel 1907. Nel decennio dei Settanta cominciò un progressivo ridimensionamento di Torino Dora, fino alla chiusura definitiva, avvenuta il 31 dicembre 1997. Due anni dopo chiuse anche la fabbrica di Trento.
Oggi l’economia italiana è in condizioni molto difficili e il sistema politico, burocratico e sociale offre certamente poche ragioni per investire qui. Anche la produzione Michelin in Italia si è notevolmente ridotta. In questo periodo si è completata la chiusura della fabbrica di Fossano. Restano gli stabilimenti di Torino, Cuneo e Alessandria che insieme occupano poco meno di quattromila persone. Anche se di diametro più piccolo, le ruote del Bibendum continuano a macinare chilometri nel nostro Paese.
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