Il 27 giugno, le “Industrie Fluviali” hanno ospitato l’evento “Aperimatch” organizzato da Mama Industry, che ha visto la partecipazione di 120 professionisti e imprenditori per discutere dell’improduttività delle micro, piccole e medie imprese (mPMI) in Italia. L’obiettivo dell’incontro era affrontare questo problema e cercare una soluzione attraverso un dibattito costruttivo tra imprenditori, professionisti e operatori del settore. L’evento è stato organizzato in occasione della “Giornata Mondiale delle Piccole e Medie Imprese”, istituita dalle Nazioni Unite.
Il pensiero centrale di MamaIndustry sulle mPMI
Durante la presentazione, Marco Travaglini (nella foto), fondatore di Mama Industry, ha citato una frase di Thomas Edison per sottolineare l’importanza di guardare i problemi da un punto di vista diverso. Ha invitato a smettere di colpevolizzare i piccoli imprenditori come evasori fiscali o generatori di precarietà e ha sottolineato che invece dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter fare impresa. Secondo Travaglini, la soluzione al problema dell’improduttività delle mPMI risiede in un cambiamento culturale piuttosto che tecnologico, che miri a cambiare la mentalità degli imprenditori stessi.
Fabrizio Mecozzi, co-fondatore di Mama Industry, ha mostrato alcuni grafici che evidenziavano le criticità del tessuto imprenditoriale italiano e delle mPMI, spiegando perché queste stiano causando la stagnazione economica del Paese. Ha sottolineato che l’improduttività è la causa di molti problemi sociali come bassa natalità, disuguaglianza, precarietà, bassa istruzione, fuga di cervelli, evasione fiscale, stagnazione del PIL e calo dei consumi.
Prima della tecnologia bisogna favorire l’innovazione
Il team di Mama Industry ha lavorato a lungo con le mPMI nel processo di trasformazione digitale e ha constatato che prima della tecnologia, mancano le basi per favorire l’innovazione. Pertanto, le mPMI hanno bisogno inizialmente di un approccio all’innovazione che sia basato sulla consapevolezza, fiducia e metodo, e che venga introdotto gradualmente e con pazienza. Per supportarle in questo processo di cambio, è necessario disporre di figure consulenziali che sviluppino il progetto tecnicamente e che abbiano una visione a 360 gradi, ma che offrano anche un supporto umano agli imprenditori.
Axelle Andolina, Innovation Program Manager, ha parlato dell’assenza di una consulenza adatta alle piccole imprese e ha presentato il progetto “Consulente Paziente”, una community di oltre 250 consulenti con competenze verticali e trasversali che supportano le mPMI nell’approccio all’innovazione.
Dopo la presentazione, è stato organizzato un momento interattivo chiamato “Caccia al Consulente Paziente”, un gioco nel quale gli imprenditori potevano scegliere tra una lista di consulenti presenti all’evento e fare un brindisi insieme. Questo momento ha offerto l’opportunità di fare networking e stabilire connessioni personali, che sono alla base di future collaborazioni professionali.
In conclusione, il focus dell’evento “Aperimatch” è stato affrontare il problema dell’improduttività delle mPMI italiane e cercare una soluzione attraverso un dibattito costruttivo tra imprenditori, professionisti ed operatori del settore. Il team di Mama Industry ha sottolineato l’importanza di un cambiamento culturale piuttosto che tecnologico per affrontare questo problema e ha presentato il progetto “Consulente Paziente” come una possibile soluzione. L’evento ha offerto anche l’opportunità di fare networking e stabilire connessioni personali tra imprenditori e consulenti.