Chi conosce oggi Juan Manuel Fangio? A quanti questo nome dirà qualcosa? Il 17 luglio ricorre l’anniversario della sua scomparsa. E’ un’occasione buona per scoprire, riscoprire o approfondire questo personaggio, senza mezzi termini uno dei migliori piloti mai esistiti.
Juan Manuel Fangio nacque il 24 giugno 1911 in Argentina a Balcarce, località a circa 400 Km a sud di Buenos Aires. I genitori erano emigranti italiani, entrambi di origine abruzzese (provincia di Chieti). Juan Manuel abbandonò la scuola a 13 anni per lavorare come apprendista meccanico, i motori quindi erano parte della sue essenza vitale. Già durante il servizio militare emersero le sue doti di guida, infatti il suo comandante lo prese come autista personale. Terminata la leva, Fangio aprì la propria officina e dal 1936 cominciò a correre nelle gare locali. Le vittorie arrivarono presto e nel 1939 quel talento di origini italiane sarebbe stato pronto per l’avventura internazionale, ma la guerra interruppe tutto. Tuttavia alla ripresa dell’attività civile Fangio si guadagnò l’appoggio governativo a suon di vittorie. La prima corsa sulle piste europee avvenne nel 1948 in Francia, su una Simca-Gordini. Era il Gran Premio di Reims e l’argentino partecipò sia alla gara di Formula 2 che a quella di Formula 1 ma due guasti lo lasciarono a bocca asciutta. Tornato in patria ebbe un gravissimo incidente durante il Gran Premio dell’America del Sud, un durissimo raid che durava tre settimane. Al volante di una Chevrolet si ribaltò e rimediò serie ferite al collo, invece il suo copilota perse la vita.
Il primo titolo Mondiale in Formula 1 con l’Alfa Romeo
Nel 1949 Fangio si fece conoscere anche in Europa nel modo a lui più congeniale, a suon di vittorie. Quindi quando nel 1950 venne inaugurato il Campionato del mondo di Formula 1, l’argentino era già uno dei piloti migliori in circolazione. L’Alfa Romeo lo mise subito sotto contratto. La formidabile 158 Alfetta fece il vuoto e Fangio duellò fino al termine con Nino Farina, però il titolo gli sfuggì all’ultima gara a Monza, a causa di un guasto. Ma l’appuntamento con l’iride era solo rinviato. Infatti nel 1951, a bordo della 159, evoluzione della vettura progettata nell’anteguerra, Fangio mantenne un passo costante ad alto livello; sebbene l’Alfa non fu più così superiore, l’argentino riuscì a tenere a distanza la fortissima Ferrari 375 di Alberto Ascari, conquistando quindi il primo titolo mondiale.
Gli anni trionfali con la Mercedes
L’Alfa si era ritirata dalla Formula 1 e Fangio si trovò senza volante all’inizio della stagione 1952. Ma l’annata sarebbe proseguita molto peggio; in quanto sfiorò la morte a Monza,. L’8 giugno durante una gara di Formula 2, rimediando parecchie ferite che lo tennero fuori per tutta la stagione. Era stanchissimo. Aveva guidato per tutta la notte da Lione, avendo perso un volo di coincidenza di ritorno dall’Irlanda del Nord, dove aveva corso il giorno prima. Si presentò in autodromo solo mezz’ora prima della partenza; al secondo giro perse il controllo della propria Maserati e si cappottò più volte. Frattura ad una vertebra cervicale, ancora gli era andata bene. Nel 1953 Fangio si dedicò con particolare attenzione alle corse di categoria sport. Colse un secondo posto alla Mille Miglia su Alfa Romeo e il terzo gradino del podio alla Targa Florio su Maserati, mentre fu costretto a ritirarsi dalla 24 ore di Le Mans sull’Alfa.
Nel 1954 la Mercedes tornò alle corse in grande stile e ingaggiò Fangio accanto al giovane Stirling Moss. Ma la favolosa W196 non fu pronta per l’inizio del campionato, così l’argentino partecipò alle prime due gare con la Maserati 250F, vincendole entrambe. La Mercedes esordì al GP di Francia sul circuito di Reims, un’altra vittoria per Fangio. Battuta d’arresto a Silverstone ma altri due successi al Nürburgring e al GP della Svizzera gli consegnarono il secondo titolo mondiale.
Nel 1955 il duello con Alberto Ascari terminò improvvisamente con quel tuffo a Montecarlo e, tre giorni dopo, la morte del campione milanese a Monza durante un test. Il ritiro della Lancia e la non particolare competitività della Ferrari lasciarono le Mercedes senza rivali. Fangio tenne a distanza Moss e, aggiudicandosi sei gran premi, incamerò il terzo campionato del mondo. Ma la stagione fu segnata soprattutto dal disastro della 24 ore di Le Mans dell’11 giugno 1955 in cui la Mercedes 300 SLR di Pierre Levegh in un incidente volò nella tribuna del traguardo, provocando una strage, 84 morti e 120 feriti. La Mercedes al termine della stagione si ritirò dalle corse.
Juan Manuel Fangio, gli ultimi titoli tra Ferrari e Maserati
Le Lancia D50 furono cedute alla Ferrari che le aggiornò e portò in pista per la stagione 1956. Juan Manuel Fangio approdò quindi a Maranello e i favori del pronostico erano tutti per lui. L’unica rivale, nemmeno troppo lontana, era la Maserati 250F di Moss. Fu una stagione difficile, molto sofferta. Fangio riuscì a vincere il campionato, però solo grazie al supporto della squadra in tutti i sensi. Perché, come consentivano i regolamenti dell’epoca, in tre occasioni gli altri piloti cedettero la propria vettura all’argentino, rimasto appiedato per problemi meccanici. Luigi Musso in Argentina, Peter Collins a Montecarlo e, soprattutto, di nuovo Collins a Monza, ultima gara. L’inglese era lui stesso in lotta per il titolo ma scelse ugualmente di rinunciarvi. Fangio e Ferrari avevano due caratteri fatti apposta per scontrarsi furiosamente, così alla fine della stagione i due si separarono.
Nel 1957 Fangio aveva 46 anni. Era ancora il migliore, ma ormai gli anni si facevano sentire. Arrivò l’offerta della Maserati. Non fu una cavalcata trionfale. Stirling Moss, passato alla Vanwall, era sempre vicino e minaccioso. Ma l’argentino non sbagliò mai nulla, sfruttò tutte le occasioni e controllò la rimonta dell’avversario. Arrivò quindi il quinto titolo mondiale.
Praticamente la sua carriera si concluse in quel momento. Nel 1958 guidò solo in due gare europee su una Maserati non ufficiale e provò l’avventura della 500 Miglia di Indianapolis, tuttavia non si qualificò nemmeno. Terminata l’attività di pilota, Juan Manuel Fangio si diede all’imprenditoria nel proprio Paese. Si spense nella città natale di Balcarce all’età di 84 anni, il 17 luglio 1995. Le statistiche sintetizzano la sua leggenda. In 7 stagioni in Formula 1 prese il via in 51 gran premi, vincendone 24 (oltre a 29 pole positions) e conquistando 5 titoli mondiali. In un’epoca in cui le corse erano infinitamente pericolose. Il suo record iridato restò imbattuto per 46 anni, superato solo da Michael Schumacher nel 2003 e da Lewis Hamilton nel 2019.