Un’automobile fatta di persone, idee, design, coraggio. Una storia “dimenticata”, breve ma intensa, come il coraggio di quegli uomini che l’hanno sognata, desiderata, voluta e amata. E una mostra che vuole rendere omaggio ad una sportiva d’autore, un’avventura pensata a Milano e realizzata a Torino, straordinaria nel successo e nel fallimento. E’ la LMX Sirex la Gran Turismo “dimenticata” Made in Torino.
E cinque LMX, 4 coupé e 1 spider, oltre ad un telaio e una scocca, sono state riunite tutte insieme dopo 50 anni al MAUTO di Torino, e sono pronte per essere ammirate, conosciute, studiate e apprezzate per lo stile e la forza che esprimono e la storia che si portano dietro. La mostra, curata da Raffaello Porro, è illustrata da pannelli descrittivi di una storia che Renato Montalbano ha raccolto negli anni per poter testimoniare e tutelare l’importanza tecnica e storica di queste affascinanti vetture.
Hanno parlato della LMX Sirex
Mariella Mengozzi, direttore del Mauto: “Nell’affascinante percorso del MAUTO, la storia dell’automobile è un susseguirsi di evoluzioni stilistiche e innovazioni tecniche, di intuizioni geniali e di passioni indomabili, che hanno accompagnato, modificato, e talvolta anticipato, lo stile di vita della nostra società. Un racconto che si arricchisce oggi con la interessante mostra dedicata alla LMX Sirex, vettura di grande pregio estetico e funzionale, che riporta alla luce un intero sistema di relazioni, collaborazioni e valori propri di un’epoca in cui le sfide sono il vero motore del cambiamento, e anche il sogno di andare sulla luna diventa realtà. Un modello che unisce il talento di Franco Scaglione e il genio di Gioachino Colombo, l’intraprendenza milanese e il know-how torinese: un’ispirazione per chi vuole sognare ancora. Ringrazio il collezionista Renato Montalbano per averci dato l’opportunità di raccontare questa storia bellissima“.
Renato Montalbano – collezionista LMX Sirex ha dichiarato: “È una rassegna che si propone di ricordare attraverso queste autovetture gli uomini che dietro ad esse vita e forma. Perché quella della LMX è soprattutto una storia di uomini. Di personaggi di eccezionale professionalità che, nonostante avessero dato vita a un’avventura caratterizzata da genialità, coraggio e grande spirito imprenditoriale, erano stati dimenticati come le auto che avevano creato. Uomini che ci hanno lasciato un’auto innovativa disegnata con un occhio all’America e l’altro alle nuove suggestioni stilistiche della fine degli anni 60. Grandi professionisti che vogliamo ricordare attraverso una vera e propria “sportiva d’autore”.
Stefano Chiminelli – Amministratore Delegato di ASI Service ha dichiarato: “L’ASI (Automotoclub Storico Italiano) ha nel suo DNA la capacità e la determinazione di scoprire e valorizzare storici e appassionati che con le proprie opere possono aggiungere un tassello a quel “mosaico” affascinante e avventuroso che è la storia del Motorismo Mondiale. È il caso di questa interessantissima mostra dal titolo:” Sportiva d’Autore LMX – Un sogno italiano degli anni Sessanta”, frutto di una ricerca capillare durata quasi tutta una vita e di un libro, di prossima pubblicazione con ASI, scritto con maestria da Renato Montalbano che ci racconta la storia dimenticata di questa Casa Automobilistica Milanese/Torinese che negli Anni Sessanta ha firmato pagine importanti nel mondo dell’automotive”.
Raffaello Porro, curatore della mostra: “Le LMX sprizzano energia, s’impongono nel Mauto come un fuoco d’artificio colorato. Ho proposto una mostra leggera, veloce ed elegante come il design di queste bellissime automobili. Il visitatore scoprirà la LMX Sirex in tutte le versioni, coupé, spider, corsaiola e persino una scocca semilavorata con il suo telaio a fianco, una vera sopravvissuta al proprio destino. Questa celebrazione al Mauto, insieme all’ASI, è il giusto riconoscimento non solo agli imprenditori che la vollero 60 anni fa ma anche a Renato Montalbano e alla sua determinazione costante nel cercare e raccogliere, anno dopo anno, ogni possibile frammento di un puzzle che ora per la prima volta si rivela al grande pubblico.”