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Polestar sbarca in Italia: ne parliamo con Alexander Lutz

Dopo aver fatto registrare vendite record nei primi quattro mesi del 2022, Polestar sbarca in Italia. La casa automobilistica di vetture elettriche ad alte prestazioni arriva nel nostro Paese, proseguendo il proprio progetto di espansione. Attualmente presente in 23 mercati di tutto il mondo, la divisione sportiva della casa automobilistica svedese Volvo punta a conquistarne 30 entro la fine del 2023.

Polestar sbarca in Italia

A tal proposito, Stylology ha incontrato Alexander Lutz, Managing Director di Polestar in Italia, e ha avuto modo di parlare dell’arrivo del marchio in Italia, di sostenibilità, inclusività e target di utenza.

È finalmente arrivato il momento di vedere le Polestar anche in Italia?

Assolutamente sì, a fine anno. Abbiamo già venduto 55.000 auto nel mondo, il mercato Italia per noi è una cosa del cuore così dobbiamo iniziare con una macchina bella – anche se per noi lo sono tutte -, la Polestar 2 e la Polestar 3“.

Noto in Polestar un’etica molto forte: la sostenibilità, l’importanza di creare un prodotto sì di grande qualità ma che possa essere utile anche ad aiutare il Pianeta. Che cosa mi dici in merito a questo?

Tutto vero, la nostra missione è la sostenibilità, è far vedere che è possibile con una macchina elettrica. La macchina elettrica, per noi,” prosegue Lutz “non è la fine della storia, in quanto non è sostenibile per sé, è bensì l’inizio della storia di sostenibilità e ovviamente anche di design e performance. Direi che le cose che sono gratuite nel mondo sono quelle più care perché non abbiamo un piano b, non abbiamo una seconda Terra, quindi dobbiamo davvero prendercene cura”.

Come pensate di avvicinare l’italiano al mondo delle auto elettriche, visto che molte persone ancora non capiscono l’importanza e l’utilità di un motore elettrico?

Creando macchine che vuoi guidare. Abbiamo visto, con il Covid, che il potere dell’individuo è cosa fa e non cosa dice o pensa. Con la pandemia abbiamo fermato i viaggi, abbiamo cambiato il nostro comportamento e abbiamo visto cosa accade con il mondo: le emissioni si sono abbassate. Questo, con una macchina come Polestar, è qualcosa che accade perché hai una macchina elettrica, che è bella e che si guida bene“.

Alexander Lutz, Managing Director Polestar Italia

Lutz fa riferimento anche ad un importante progetto a cui Polestar sta lavorando: “Per il futuro stiamo lavorando tanto su un’auto che si chiama Project Zero, con cui vogliamo creare una vettura fatta con zero emissioni, senza offsetting, dalla produzione fino alla fine del ciclo vitale dell’auto. Adesso non sappiamo com’è possibile creare una macchina così, abbiamo dei partner che ci stanno aiutando ma c’è bisogno di una stella che ci guidi e questa per noi è Polestar“.

Con Polestar ci troviamo di fronte a delle auto che hanno un design molto particolare…

Per la nostra azienda il design è fondamentale, è uno dei valori più importanti. Vedi che c’è un ritorno di investimento con un design del genere perché lo stile è soggettivo, il design no.” Il Managing Director spiega meglio cos’è il design per Polestar: “Quando vedi i nostri punti vendita o le nostre auto o il nostro quartier generale a Göteborg o le fabbriche… tutto è in stile Polestar. Mai visto un marchio che è così forte con la struttura e la missione di avere questo design ovunque e in più è un design che è affascinante, che è fatto bene da persone che sanno bene come devono creare un prodotto di industrial design e come possono implementarlo. Il CEO di Polestar è un designer e gestisce l’azienda in questo modo: puoi avere un design che funziona con tutti i reparti ma alla fine il design parla e dice ‘no, la macchina deve essere così’”.

Qual è il vostro possibile compratore, il tipo di utente che volete andare a colpire?

Non abbiamo una marketing research che dice ‘Ok, questo è il cliente che devo conquistare’. Abbiamo creato macchine che sono belle, che sono nel nostro stile e abbiamo visto che il cliente arriva da tante parti. Abbiamo clienti appassionati di guida veloce come divertimento, clienti che vivono già una vita all’insegna della sostenibilità, altri che vogliono una macchina premium, ossia una vettura con alta qualità. In generale, quello che posso dire, è che il nostro cliente è un po’ più maturo e cerca una qualità alta nel prodotto“.

Silvio De Rossi intervista Alexander Lutz

L’automotive, in passato, è stato molto maschile. Poi ad un certo punto ha switchato anche sulle donne e comunque ha lasciato intendere che non è solo il padre di famiglia che acquista un’auto. Qual è il vostro approccio aziendale in questo senso?

Vogliamo avere le persone che sono giuste per l’azienda, non abbiamo quote ma è chiaro che dobbiamo avere un taglio femminile. Non siamo l’automotive di 20/30 anni fa, siamo un marchio innovativo e vogliamo avere una squadra di individui che spingono il mondo verso il futuro, tutti insieme con un obiettivo“. Prosegue Lutz: “Non facciamo distinzioni ma personalmente posso dire che le donne nell’automotive sono molto importanti, specialmente nel futuro, perché ci stiamo dirigendo in un mondo in cui si va sempre più veloci, ci saranno molte più informazioni ogni giorno e in questo dobbiamo essere umili e capire come andrà questo mondo. E se non hai una parte che è molto importante e non ascoltiamo queste persone, non importa chi siano, non puoi migliorare l’azienda“.

Lutz conclude spiegando come funzionano i contatti e i rapporti in Polestar: “Secondo me Polestar è abbastanza umile in questo: se vuoi parlare col direttore di un reparto sei libero di farlo, perché in Svezia siamo nati nel mondo delle gare e questa combinazione ti lascia tanto spazio e libertà per spingere cosa stai pensando. Se sei sicuro che questo progetto sarà forte, per sostenibilità innovazione e design, ti do tutto il potere e la responsabilità per farlo. Se vuoi parlare con qualcuno al quartier generale, ok, ti supporto. Non abbiamo dieci livelli per cui devi mandare una mail al boss e questo deve chiedere ad un altro boss e forse in tre mesi ottieni un appuntamento di 15 minuti… no, i rapporti sono livellati“.

Shooting by Andrea Menin

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