E’ raro conteggiare la produzione di un’auto sportiva in milioni di esemplari; questo è uno dei tanti elementi che contribuiscono al fascino della Chevrolet Corvette. Possiamo tranquillamente definire questo modello come la Ferrari degli americani, dal punto di vista dell’impatto sull’immaginario popolare.
Chevrolet Corvette: prima auto sportiva americana a larga diffusione
La Corvette, oggi marchio separato dal resto della casa, ha una lunga storia e un primato particolare. E’ stata la prima auto sportiva americana a larga diffusione. Infatti gli Stati Uniti, dotati di sconfinati spazi ed enormi riserve di petrolio, negli anni Trenta hanno presto orientato la loro produzione verso automobili di grandi dimensioni ed elevato comfort, gigantesche e pesantissime scatole di latta nate per andare sempre dritte. Dopo la seconda guerra mondiale in Europa, dove le strade erano strette e tortuose e la benzina molto scarsa, si diffusero modelli compatti, agili e leggeri, per questo motivo capaci di prestazioni sportive.
Nasce la prima Chevrolet Corvette
I soldati americani di stanza in Europa in gran numero ancora fino ai primi anni Cinquanta entrarono in contatto con questi brillanti veicoli (soprattutto inglesi e italiani) e ne rimasero affascinati. Ma tornati in patria si trovavano ancora alle prese con i mastodonti prodotti dalle tre grandi case di Detroit. Quindi lentamente cominciò a crearsi una domanda per un’auto sportiva americana, inizialmente accolta da piccoli costruttori indipendenti. Si dovette attendere il 1953 prima che uno dei colossi si muovesse. Cominciò la General Motors, dietro la spinta del suo direttore del design Harvey Earl. Nacque quindi la prima Chevrolet Corvette. Entra in produzione precisamente il 30 giugno 1953.
Perché il nome Corvette
Il nome rivelava l’intenzione, anche se nacque abbastanza casualmente. Quando si trattò di assegnare un’identità al progetto che stava per nascere, il management della casa diede una sola direttiva allo staff incaricato di battezzare la nuova auto: doveva cominciare per C. Furono proposte circa trecento alternative, nessuna soddisfacente. Una sera Myron Scott, membro della direzione pubbliche relazioni, sfogliando il vocabolario tra i lemmi che iniziavano per C s’imbatté nella parola Corvette. Significa corvetta, un tipo d’imbarcazione da guerra della Marina britannica molto agile e veloce, adatta ad inseguire le grandi navi. Nella sua mente si accese la classica lampadina: era il nome giusto. Lo propose ai dirigenti i quali lo accolsero entusiasticamente. La produzione venne avviata il 30 giugno di quell’anno.
La prima Corvette
La prima Corvette (oggi catalogata come C1, indicando la generazione) era una spider o Convertible, come la chiamano gli anglosassoni. Disponibile in un solo colore chiamato bianco polo con interni rossi, costava 3.498 dollari, corrispondenti a 34.604 euro di oggi. Il motore era un 3.9 a 6 cilindri in linea derivato dalla normale produzione Chevrolet, rivisto per aumentare la potenza da 115 a 150 cavalli. La trasmissione di serie era automatica a due rapporti, perché in quel periodo nessuna trasmissione manuale Chevrolet era in grado di sopportare quella potenza. Fu la prima auto di serie al mondo con telaio in vetroresina. Tuttavia i difetti erano tanti: le prestazioni non erano entusiasmanti, la tenuta di strada non eccellente, il parabrezza soffriva d’infiltrazioni d’acqua.
Problemi di gioventù pazientemente risolti negli anni successivi. Venne subito introdotto un motore V8 da 195 cavalli e fu sviluppata una trasmissione manuale a tre rapporti. Nel 1958 il motore venne dotato di un sistema d’iniezione meccanica. La Corvette C1 venne prodotta fino al 1962; l’ultima versione aveva un motore 5.4 da 360 cavalli.
La seconda generazione
Nel 1963 arrivò la seconda generazione della Corvette (C2). Era una coupé e venne chiamata Sting Ray, come l’omonima vettura da corsa del 1959. La guida divenne più sofisticata e sicura, grazie all’introduzione delle sospensioni indipendenti e dei freni a disco. Il design era molto moderno, radicalmente diverso da quello della prima serie. Pur essendo americana al 100%, la Corvette Sting Ray s’ispirava molto all’aspetto delle sportive europee. Guardatela di profilo e vi sembrerà di osservare la Jaguar E-Type.
Fu disegnata da Larry Shinoda, il quale nel 1968 passò alla Ford e disegnò una versione di punta della Mustang. La Sting Ray aveva un curioso lunotto sdoppiato, subito abbandonato perché ostacolava la visibilità. I fari invece erano a scomparsa.
La generazione C3
Nel 1968 la generazione C3 modificò il nome in Stingray, tutto attaccato. La coupé presentò una notevole innovazione di design, il celebre T-Top. Era un tetto a pannelli rimovibili, fissati attorno ad un montante centrale. L’aspetto generale della vettura era così all’avanguardia che durò sostanzialmente immutato fino al 1982. Nel 1971 i cavalli del V8 erano saliti a 425, ormai la Corvette era un’icona americana. Nel 1977 uscì dalla fabbrica di Bowling Green, Kentucky, l’esemplare numero 500.000. Nel solo 1979 vennero prodotte 53.807 unità, un record ancora oggi imbattuto.
La generazione C4
La generazione C4 vide una lunga serie di affinamenti meccanici e telaistici. Si fecero largo l’alluminio e l’elettronica, arrivarono le prime leggi per ridurre consumi ed emissioni. Al cambio di generazione, nel 1996, il V8 5.7 aveva 330 cavalli.
La generazione C5
La generazione C5 ci porta ai giorni nostri, poiché è arrivata fino al 2004. Inizialmente solo coupé, nel 1998 arrivò anche la spider. I cavalli salgono a 405.
La generazione C6
Siamo ad oggi con la C6, prodotta dal 2005 al 2013. Nuovo motore 7.0 da 505 cavalli nel 2006; nel 2009 il V8 guadagna il compressore volumetrico e la potenza sale a 638 cavalli. E siamo al 2014 con la C7 che torna a chiamarsi Stingray. Versione base con motore da 460 cavalli e poi il top di gamma, la coupé Z06, dove il V8 6.2 in alluminio a compressore volumetrico tocca la bellezza di 650 cavalli.
Alla fine del 2015 la produzione totale della Chevrolet Corvette ha toccato 1.595.026 esemplari. Ad inizio 2016 General Motors ha deciso di operare nei mercati di volume europei soltanto attraverso i marchi Opel (ora venduta a PSA) e Vauxhall (quest’ultimo relativo alla sola Gran Bretagna). Chevrolet non ha più avuto una presenza principale nell’Europa occidentale e orientale, a causa del ”competitivo modello di business e alla difficoltà della situazione economica in Europa”. (sito ufficiale)
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