Un processo di comunicazione avviato quasi 160 anni fa per Opel. Oggi il nuovo logo della Casa tedesca è frutto non solo di mere questioni tecniche e grafiche e illustra in modo estremamente concreto anche i profondi cambiamenti avvenuti da un secolo e mezzo a questa parte in fatto di comunicazione e di design industriale. Ed in questo caso specifico poi, la storia del marchio Opel finisce quasi con l’identificarsi con quella del brand di Rüsselsheim, accompagnandone ed illustrandone non solo la crescita, ma anche lo sviluppo aziendale e la sua stessa produzione.
Gli inizi del marchio Opel nel 1862
Il primo marchio Opel risale al 1862, anno di fondazione della società. All’epoca questa è ancora un’azienda a carattere poco più che famigliare. Non c’è da stupirsi se, forse con un pizzico di orgoglio autocelebrativo di Adam Opel, il primo logo sia un incastro in stile neoclassico delle lettere “A” ed “O” ovvero le iniziali del fondatore. La prima apparizione di questo logo avviene quello stesso 1862 sotto forma di una piastra in ghisa applicata sulle macchine da cucire prodotte allora a Rüsselsheim.
Un logo nuovo arriva verso il 1890, quando la Casa tedesca entra nel settore delle biciclette. Applicato con una piastra sul manubrio del modello Victoria Blitz abbina l’immagine della dea Vittoria, che vola in modo protettivo sul ciclista, al nome “blitz” (“lampo” in tedesco) che è sinonimo di velocità e che in seguito troverà ulteriori applicazioni e spazio nella storia della produzione Opel.
L’inizio XX Secolo ed il sempre maggiore impegno del costruttore nei settori delle automobili e delle motociclette coincide con un radicale mutamento del marchio che appare più semplice e pulito con il solo nome “Opel” scritto in corsivo. Una sua versione leggermente modificata viene presentata nel 1909 sulla “Docktorwagen” (l’”automobile del dottore”), il modello Opel di maggior successo dell’epoca.
Nel 1910 arriva “l’occhio di Opel”
L’anno seguente il marchio viene però nuovamente stravolto. Nel corso di un incontro con Wilhelm Von Opel, allora direttore dell’azienda, Ernest Louis, granduca di Hesse, abbozza quello che diventerà famoso come l’”occhio Opel”: un’immagine allungata (a forma di occhio, per l’appunto) con al centro della pupilla il nome “Opel” scritto a caratteri maiuscoli.
Pur restando, fino al 1935, il marchio della Casa tedesca, l’”occhio Opel” è oggetto di molte evoluzioni e varianti. Nel 1928 viene inserito, ad esempio, all’interno di un cerchio di colore rosso per distinguere la produzione motociclistica da quella automobilistica.
Nel 1935 il dirigibile
Un altro marchio completamente nuovo compare verso la metà degli Anni Trenta e ha per oggetto un dirigibile stilizzato. All’epoca lo Zeppelin è sinonimo di innovazione e di progresso tecnologico. La Casa tedesca cavalca questa immagine e, nell’estate del 1936, invia la 500millesima vettura prodotta (una Opel Olympia) da Friedrichshafen a Rio de Janeiro a bordo del dirigibile Hindeburg. Così facendo, la “prima automobile volante” avrebbe dovuto legare idealmente le Olimpiadi di Berlino di quell’anno a quelle che si sarebbero dovute svolgere nel 1940 nella città brasiliana. Nel 1937 l’immagine stilizzata del dirigibile, inserito all’interno di un cerchio che suggerisce la ruota, simbolo di mobilità, debutta sul volante e sul copriruota di scorta della Opel Super 6 e viene poi ripreso anche sulla Opel Admiral.
Secondo Dopoguerra: il siluro, il razzo, il lampo
Nel XX Secolo la tecnologia corre velocemente. Quello che negli Anni Trenta è simbolo di innovazione, alla fine degli Anni Quaranta è qualcosa di già superato. Il dirigibile non fa eccezione. Nel 1947 la sua immagine si arricchisce di una pinna con la quale lo si vuole rendere più simile ad un siluro. Il risultato non è molto soddisfacente (qualcuno lo chiama il “sigaro volante”) e la sagoma cambia gradualmente fino a farlo assomigliare prima a quella di un razzo (1951) e poi di un lampo lucente (1963).
Torna così alla ribalta il “blitz”, il lampo per l’appunto, nome già ben noto ai proprietari di autocarri e di biciclette Opel. Dopo essere stato utilizzato su queste ultime alla fine dell’Ottocento, nel 1930 il nome “Blitz” era stato ripreso nel 1930 attraverso un concorso indetto tra il pubblico in un annuncio pubblicitario a tutta pagina su un quotidiano. Nel Secondo Dopoguerra il nome “Blitz” identificò i veicoli commerciali Opel.
Negli Anni Sessanta e Settanta compaiono molte varianti del “blitz” che viene inserito in vari modi all’interno di quadrato di colore giallo insieme al nome “Opel” scritto interamente in maiuscolo con caratteri gradualmente diversi in ossequio all’evoluzione del design. Il colore giallo scompare dal marchio Opel verso la metà degli Anni Novanta quando il nome “Opel” ed il “blitz” sono proposti uno di seguito all’altro in bianco su fondo nero.
Il marchio Opel nel 2000, tridimensionale e argentato
Come era stato cento anni prima, all’inizio del XXI Secolo, il marchio Opel è oggetto di una nuova rivoluzione, questa volta all’insegna del tridimensionale e del colore argento: così sono infatti riproposti il cerchio ed il “blitz” in esso contenuto. Il lampo tridimensionale con gli angoli inclinati ha quella che i designer dell’epoca definiscono una forma “araldica”. Sotto di esso compare il nome “Opel” in un caldo colore giallo.
Un’evoluzione di questo marchio debutta nel 2008 in coincidenza con il lancio di Opel Insignia. Il “blitz” assume una forma più sferica, mentre il nome “Opel” è impresso sopra all’anello circostante che ha un aspetto più massiccio. «Le superfici sono più arrotondate ed al tempo stesso si combinano con quella idea di “precisione tedesca” che è alla base del nostro marchio e che è molto coerente con il linguaggio stilistico generale e la filosofia dei nostri prodotti» spiegano all’epoca i designer della Casa tedesca.
Il nuovo marchio Opel del 2020
Oggi il nuovo marchio New Opel che dall’inizio del 2021 vedremo sui nuovi Opel Crossland e Mokka esprime quella democratizzazione dell’innovazione e della mobilità che è sempre stato lo spirito Opel con la sua “corporate identity” fresca. Il viaggio nel futuro era iniziato con il concept Opel GT X Experimental. Questo studio aveva già mostrato il nuovo Opel Blitz come l’emblema sul veicolo. La firma distintiva era in giallo neon che ora è diventato il giallo Opel della nuova corporate identity. Con Opel Mokka, la Casa di Rüsselsheim ha poi presentato la prima vettura di produzione con il nuovo volto Opel, il Vizor, e il prossimo design della plancia, il Pure Panel. Ora Opel presenta ulteriori elementi del suo nuovo aspetto, nel dettaglio: nuovo logo, nuovo font, nuovo colore: New Opel.