Taraschi Berardo. Ovvero, un pezzo di storia automobilistica italiana poco conosciuta. A riportare il auge il nome del marchio di Teramo dove a cavallo tra gli anni ’40 e ’60 Berardo Taraschi costruì più di 125 automobili da corsa, è la supercar svelata al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Un modello che porta con orgoglio il nome dell’uomo che diede inizio a una grande avventura dell’automobile made in Italy. E la Taraschi Berardo rappresenta in toto il legame con il passato dell’azienda in un mix futuristico allineato ai tempi. Vedi la scelta di una propulsione ibrida plug-in che permette di avere prestazioni rilevanti pur con una unità termica di piccola cilindrata, ricalcando lo spirito delle storiche Taraschi che primeggiavano nelle categoria di bassa cilindrata.
Carrozzeria in alluminio fatta a mano
Le linee della Berardo sono il frutto di una accurata analisi di uno dei modelli di maggior successo del marchio Taraschi, la Giaur 750 Champion Sport. Il risultato è una rivisitazione moderna di un modello che all’epoca stupì per la sinuosità del design e le soluzioni d’avanguardia. E la scelta costruttiva della carrozzeria della Berardo ed è senza dubbio l’elemento più rappresentativo dell’auto. Si è voluto ricreare il pregiato contesto degli anni che furono scegliendo una lavorazione completamente manuale dell’alluminio per ogni pezzo della carrozzeria. La carrozzeria di alluminio è stata realizzata interamente a mano, a colpi di martello, modellando la lamiera proprio come facevano i battilastra di una volta.
Anche all’interno il richiamo con il passato è volutamente forte con inserti e particolari in legno che derivano da un’altra forte tradizione italiana, quella liutaia, che si alternano con una pelletteria di prima qualità che rifornisce i più blasonati marchi di alta moda made in Italy. Un salotto viaggiante con profumi tipici di mogano.
Taraschi Berardo, c’è un pizzico di BMW
La Taraschi Berardo eredita la monoscocca in carbonio e il powertrain da BMW. In particolare la base è quella della BMW i8. Il propulsore di derivazione tedesca è stato rivisto però nello scarico e nella gestione dell’elettronica. Il millecinque tre cilindri turbo (posteriore-centrale) e il motore elettrico posizionato sull’asse anteriore (alimentato da un pacco batteria da 11,6 kWh) erogano una potenza complessiva di 420 CV, oltre 55 CV in più dell’auto di serie. Le modifiche hanno permesso di risparmiare anche una cinquantina di chili nella zona posteriore a vantaggio della distribuzione dei pesi.
A richiesta i clienti potranno poi optare per un ulteriore aumento di potenza a circa 480 CV abbinato a un impianto frenante maggiorato (anche di tipo carboceramico). Questa parentela con BMW omaggia la prima biposto della Taraschi, proprio quella Giaur 750 Champion Sport dal motore motociclistico boxer BMW R75. La Taraschi Berardo sarà costruita in serie limitata su ordinazione a un prezzo di partenza di 800.000 euro.