Un trend negativo già conosciuto da anni. L’utilizzo delle cinture di sicurezza per gli italiani è “quasi” un optional. Se per quelle anteriori si parla di un 62% degli automobilisti che regolarmente le indossa, per le cinture posteriori è un “bagno di sangue”. Solo il 15% le utilizza.
In questa analisi fornita da UNASCA (unione nazionale autoscuole), il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza sui sedili anteriori degli autoveicoli fino a 3,5 tonnellate (auto e furgoni), riguarda in primis proprio l’Italia, superata solo dalla Croazia (61%). I più diligenti sono in Germania, Svezia, Gran Bretagna ed Estonia con il 98% dei passeggeri che si allacciano le cinture di sicurezza durante gli spostamenti.
Le disparità tra i paesi sono ancora maggiori quando si tratta di indossare le cinture di sicurezza sui sedili posteriori: dal 98% in Germania e Repubblica Ceca a solo l’1% in Croazia. Indossare la cintura di sicurezza sui sedili posteriori è ancora eccezionale in Serbia con il 7% dei passeggeri dei sedili posteriori che allacciano le cinture, in Italia (15%) e in Lituania (33%). Il maggiore aumento negli ultimi cinque anni nel tasso di utilizzo delle cinture di sicurezza posteriori è stato registrato in Austria, Estonia, Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia.
Gli occupanti dell’auto sottovalutano ampiamente le conseguenze del mancato utilizzo delle cinture di sicurezza nella parte posteriore. I passeggeri dei sedili posteriori senza cintura, che vengono lanciati in avanti sullo schienale dei sedili anteriori, aumentano significativamente il rischio di morte per sé stessi e per gli occupanti dei sedili anteriori con cintura. Quando la velocità di collisione aumenta, aumenta anche la forza sul corpo quando colpisce il sedile anteriore o il finestrino anteriore.
Per evidenziare la gravità della situazione e sensibilizzare l’utenza, L’UNASCA ed EFA (federazione europea di autoscuole) in collaborazione con la ONG greca RSI (road safety institute) hanno prodotto il remake di un video messaggio molto forte di fine anni ’90 riportante le conseguenze sugli occupanti di un veicolo, a seguito del mancato utilizzo delle cinture di sicurezza sui sedili posteriori degli autoveicoli.
Manuel Picardi, Segretario Generale di EFA, e componente della Segreteria nazionale Unasca, commenta: “Gli italiani di allacciare la cintura di sicurezza sui sedili posteriori, proprio non ne vogliono sapere. È singolare che a quasi 30 anni dall’introduzione dell’obbligo di indossare le cinture di sicurezza per tutti gli occupanti dei veicoli, ancora oggi gli automobilisti ci chiedano da quando sia stata introdotta questa norma anche dietro! Il senso di protezione che ha un passeggero trasportato sui sedili posteriori è inversamente proporzionale al reale rischio a cui si sta esponendo gli occupanti dei sedili anteriori“