A cosa pensa un vero appassionato quando sente il nome Lancia Fulvia Coupé? Ai rally. A Sandro Munari. All’inizio della grande serie vincente della casa di Chivasso nelle competizioni iridate, proseguita con la Stratos, la 037 e le varie evoluzioni della Delta. La Lancia Fulvia Coupé compie 55 anni; il fatto che ancora oggi occupi un posto importante nella memoria degli automobilisti dimostra quanto fosse valida questa vettura.
I 55 anni della Lancia Fulvia Coupé
La Lancia Fulvia nacque come berlina nel 1963. Dotata di una meccanica moderna a trazione anteriore, non aveva tuttavia uno stile particolarmente attraente. Inoltre la relativa bassa potenza e il prezzo elevato la ponevano in difficoltà con rivali meglio equipaggiate come Alfa Romeo Giulia e BMW 1600; le vendite non furono del tutto disprezzabili, però lontane da quanto ci si prefiggesse. Nel 1965 la casa torinese ampliò la gamma con una versione sportiva, appunto la Lancia Fulvia Coupé, esposta nel marzo di quell’anno al Salone di Ginevra. Il design fu firmato da Piero Castagnero, direttore del centro stile Lancia; per quella forma unica, molto piatta, egli disse di essersi ispirato ai motoscafi sportivi Riva. La tipica eleganza Lancia era evidente anche negli interni, ad esempio la plancia rivestita in legno. La Fulvia Coupé era comunque nata per la guida, solo due posti veri davanti, mentre i “+2” dietro andavano bene solo per bambini o qualche borsa.
Motore e prestazioni
Il motore della Lancia Fulvia Coupé era derivato da quello della berlina, un V4 la cui cilindrata venne aumentata a 1.216 cc contro i 1.091 del propulsore originale; potenza di 80 cavalli, nove in più. Ma soprattutto un peso molto ridotto, 950 Kg. Nelle versioni successive la cilindrata crebbe fino a 1.584 cc e la potenza arrivò anche ai 130 cavalli della Lancia Fulvia Coupé 1.6 HF (soprannominata “fanalone”, per il fatto di avere su ogni lato il fanale interno più grande di quello esterno), insieme ad ulteriori riduzioni di peso. La Fulvia Coupé venne prodotta fino al 1976 in 140.454 esemplari.
La Lancia Fulvia Coupé nei rally
Il successo commerciale della Fulvia Coupé fu indubbiamente trascinato dalle vittorie nei rally. Ciò è dovuto soprattutto all’iniziativa di Cesare Fiorio, il quale creò la Squadra corse HF Lancia con pochissimi mezzi a disposizione. Il primo successo importante arrivò nel 1970, prima edizione del campionato internazionale costruttori, precursore dell’attuale mondiale WRC (ancora non esisteva il campionato piloti, istituito nel 1979), quando lo svedese Harry Källström si aggiudicò il Rally RAC (Gran Bretagna). Quell’anno la squadra si classificò al terzo posto finale. Nel 1971 ci furono solo piazzamenti ed un quarto posto in classifica. Il 1972 fu invece l’apoteosi. Sandro Munari guidò in modo sopraffino su neve e ghiaccio al Rally di Monte Carlo, in particolare nella mitica prova speciale del Col de Turini, il 28 gennaio, e si aggiudicò la gara. Indimenticabile la livrea rossa col cofano nero. Che aveva quel colore per un motivo tecnico: il nero assorbiva la luce e impediva che i riflessi infastidissero il pilota.
Nel resto della stagione si aggiunsero le vittorie dello svedese Simo Lampinen in Marocco e di Amilcare Ballestrieri a Sanremo, così la Lancia trionfò nel campionato. Fu anche il suo canto del cigno, perché la Fulvia Coupé aveva alle spalle otto anni, una vita. Infatti nel 1973 non fu più in grado di reggere la concorrenza degli squadroni Alpine-Renault, Fiat e Ford. Anche perché molte delle risicate energie della squadra erano dirette verso lo sviluppo della Lancia Stratos, la quale partecipò alla prima gara mondiale proprio quell’anno in Corsica, Munari dovette ritirarsi. La Fulvia riuscì a salire ancora per una volta sul podio, al Rally Safari del 1974, terza nelle mani di Munari. Bilancio finale: un titolo mondiale (internazionale), 4 vittorie e 11 podi. Poi il meritato pensionamento. Dalle corse, non dalla memoria.