Una nuova e una classica, entrambe superlative e accomunate da quel fascino che solo le sportive di razza sanno esercitare sui veri appassionati; la Nissan GT-R compie 50 anni e la casa giapponese ha celebrato questa ricorrenza con una serie speciale mostrata al salone di New York 2019, vale a dire la Nissan GT-R 50th Anniversary Edition. In realtà è un modello per il 2020 ma non importa: va forte in qualunque anno.
I 50 anni della Nissan GT-R
E’ necessario precisare che la GT-R cinquantenne non è direttamente antenata del modello corrente, dal punto di vista formale: una prozia più che una nonna. Infatti la prima auto della casa nipponica a portare questa sigla si chiamava Skyline GT-R (la sigla significa Gran Turismo Racer, c’è sempre stata un po’ d’Italia nelle auto sportive). Era infatti un allestimento sportivo della normale berlina media che la Nissan produceva in quel periodo. La carrozzeria era dunque classica, quattro porte e tre volumi con coda lunga. L’aspetto era essenzialmente identico al resto della serie, già cattivello di suo con quei fari circolari doppi “accigliati” dal cofano bombato e quegli specchietti retrovisori montati in corrispondenza delle ruote, lontanissimi da dove li vediamo normalmente; dobbiamo ricordare che a quell’epoca l’industria giapponese “traeva ispirazione” a piene mani da quella occidentale. Infatti il frontale della Skyline era molto, ma molto simile a quello della Fiat 2300 uscita nel 1961 e disegnata da Pininfarina.
Design a parte, sotto il vestito la GT-R era tutta muscoli. Cestinato il normale motore a quattro cilindri 1.5 da 88 cavalli (nemmeno lui precisamente tranquillo per quegli anni in cui le auto erano leggerissime, se paragonate ai bisonti di oggi); al suo posto un nuovo propulsore derivato dalle competizioni, un 2.0 a sei cilindri in linea con distribuzione bialbero a camme in testa e 24 valvole; potenza quasi doppia, 160 cavalli; trasmissione a trazione posteriore e cambio a 5 rapporti completavano il quadro meccanico. La vettura era lunga 440 cm e pesava 1.100 Kg in ordine di marcia. Nel 1971 uscì la versione coupé, ancora più leggera perché forniva la base per partecipare alle corse. La prima generazione della Nissan Skyline GT-R fu venduta in circa duemila esemplari. Nel 1973 uscì la seconda generazione, carrozzeria coupé a coda tronca, ispirata alle americane che andavano per la maggiore, come Ford Mustang, Dodge Charger o Chevrolet Camaro. Meccanica essenzialmente invariata, una migliore aerodinamica. Ma la GT-R II fu massacrata dalla crisi petrolifera innescata dai paesi Opec proprio alla fine del 1973. La produzione non raggiunse i 200 esemplari e fu sospesa dopo pochi mesi.
La rinascita negli anni ’90
La Nissan Skyline GT-R sembrava ormai dimenticata, una curiosità sepolta negli archivi. Ma nel mondo dell’automobile non si butta via mai niente, così nel 1989 il modello venne risuscitato con la terza generazione, codice R32. Sempre carrozzeria coupé, pur ancora d’impostazione classica. Secondo la moda di quegli anni, se non avevi un ingombrante spoiler posteriore nessuno ti prendeva sul serio; più era vistoso più piaceva, non importa quanto distruttivo fosse ai fini della penetrazione aerodinamica e quanto poco contribuisse a creare carico verticale; hanno cominciato i tedeschi e i giapponesi sono andati a ruota. Quindi anche la GT-R III sfoggiava il suo spoilerone con minigonne estetiche. Sotto al cofano questa volta ruggiva un sei cilindri in linea 2.6 biturbo che erogava ben 280 cavalli e una coppia di 361 Nm. La trazione era diventata integrale. Peso 1.430 Kg.
Nella versione da competizione dominò i campionati turismo giapponesi dal 1990 al 1993. In quell’anno uscì una versione stradale ancora più spinta chiamata V-Spec, dotata di freni Brembo e pneumatici sensibilmente più larghi. E’ a questo punto che la stampa anglosassone inventò il soprannome Godzilla. La Skyline GT-R R32 venne prodotta fino al 1994 ed ebbe un ottimo successo commerciale, oltre 43mila esemplari.
Nel 1995 uscì la quarta generazione, codice R33. Motore identico, vettura più pesante (circa 100 Kg in più) ma assetto ancora più rigido e minore altezza da terra; la trazione integrale comprendeva un differenziale a slittamento limitato. Nel 1997 fu affiancata da una versione limitata, la Nismo 400R, molto corsaiola: potenza di 400 cavalli e diversi componenti in fibra di carbonio per alleggerire la vettura, la quale superava i 300 Km/h. Ormai la Skyline GT-R era una supercar a tutti gli effetti, riservata a pochi: produzione di circa 16mila esemplari. Dal 1999 al 2002 venne prodotta l’ultima generazione della Skyline GT-R, codice R34. Più corta, sbalzi ridotti, migliore maneggevolezza. Aerodinamica sofisticata con splitter anteriori e un diffusore posteriore in fibra di carbonio. La versione base aveva 280 cavalli ma la Nismo Z-Tune era una belva da 500 cavalli e 327 Km/h.
Ciao Skyline, arriva la Nissan GT-R
A questo punto la supercar aveva una tale popolarità da giustificare il lancio di un modello a sè stante, separato dalla gamma Skyline. Dunque nel 2008 negli USA (nel dicembre 2007 il lancio in Giappone) e nel 2009 in Europa uscì la prima serie della Nissan GT-R indipendente, però il codice R35 permetteva una continuità nominale con i modelli precedenti.
Passiamo al presente. Il motore (assemblato a mano) diventa un V6 3.8 biturbo da 480 cavalli. Trazione integrale, cambio a doppia frizione e differenziale sull’asse posteriore, la prima auto al mondo ad utilizzare lo schema transaxle con un cambio di questo tipo. Quindi la ripartizione dei pesi è ottimale. Massa contenuta in 1.740 Kg grazie al largo uso di alluminio e acciaio rinforzato (più resistente a parità di peso, quindi più leggero per ottenere la stessa resistenza). Aerodinamica ancora più raffinata e velocità massima di 310 Km/h, ricordiamo che questa è la versione base. Perché tre anni dopo la GT-R 2011 sale a 530 cavalli e perde 43 Kg, riuscendo quindi ad accelerare da 0 a 100 in soli 2,8 secondi e a raggiungere 315 Km/h. La versione Nismo è poi arrivata a 600 cavalli, carbonio dappertutto ed è scesa a 2,7 secondi nello scatto 0-100 e ha toccato i 317 Km/h di velocità massima.
“Godzilla” oggi, sempre più mostruosa
Il 2017 ha visto l’evoluzione più importante della serie R35, attualmente ancora in produzione. Il “modello base” eroga la bellezza di 569 cavalli di potenza, motore sempre assemblato a mano da un apposito takumi, cioè un maestro artigiano. Sono stati sostuiti i turbocompressori, ora ancora più reattivi. Aggiornato anche il cambio con nuove modalità di configurazione, oltre ad aggiungere alcune diavolerie elettroniche in fatto di assistenza alla guida.
Sorvolando sulla folle edizione limitata GT-R50 della Italdesign, 50 esemplari da un milione di euro ciascuno per 720 cavalli a cui la Nismo ha tolto le briglie, chiudiamo da dove abbiamo cominciato: la Nissan GT-R 50th Anniversary Edition. Tre abbinamenti cromatici bicolore che richiamano le livree storiche delle GT-R da corsa; interni lussuosi con un particolare tema grigio che, da quanto assicurano in Nissan, ricorda il colore del cielo appena tramontato il sole. Questa edizione arriverà nel 2020. Parallelamente, Godzilla si doterà anche di una Track Edition da 600 cavalli con freni Brembo carboceramici, da panico.
Non vi basta? Sempre nel 2020 arriverà la nuova serie della Nissan GT-R Nismo, anch’essa presentata a New York poco prima di Pasqua. “Progettata per i piloti, costruita per tutti”, è lo slogan. Sintesi perfetta. Circa 30 Kg in meno grazie all’abbuffata di fibra di carbonio, migliore carico aerodinamico, nuovi pneumatici specifici della Dunlop, nuovo design del turbocompressore ripreso direttamente dal motore da corsa, nuova modalità “R” del cambio per innesti più rapidi e miglior feeling su strada e pista, sempre freni carboceramici Brembo. Le specifiche comunicate sono per il momento quelle destinate al mercato USA, analoghe alla Track Edition da 600 cavalli e 652 Nm. Mostruosa. Capito perché la chiamano Godzilla?
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