I tempi cambiano, però certe leggi sono inviolabili. Ad esempio, il fatto che ogni Ferrari sia sempre e comunque un’auto non solo dalle prestazioni ai vertici ma soprattutto regali forti emozioni a chi la guida, la vede passare e la sente ruggire. Le normative internazionali sulle emissioni stanno obbligando tutti i costruttori ad infondere gradi più o meno consistenti di elettrificazione nei propri modelli. Ma a Maranello ciò deve sempre tradursi in eccellenza assoluta. Ecco perché la Ferrari SF90 Stradale, appena presentata, è degna di portare lo stemma del Cavallino anche se è un’ibrida plug-in, la prima volta per questa casa.
FERRARI SF90 STRADALE, IBRIDA PLUG-IN
Era il marzo 2013, una hypercar dal nome curioso, laFerrari, sbalordì i visitatori del salone di Ginevra. Era la prima Ferrari ibrida omologata per la circolazione stradale. Ibrida contenuta, perché adottava “solo” il Kers di derivazione F1 accanto al maestoso V12 aspirato. Salto di sei anni e due mesi, il mondo automobilistico non è più lo stesso. Ora si deve fare sul serio in fatto di elettricità. La Ferrari SF90 Stradale quindi utilizza un approccio diverso: turbo invece di aspirato, batteria in grado di fornire energia per spingere l’auto, non solo di accumulare quella recuperata dalla rigenerazione. Risultato: 1.000 cavalli e possibilità di percorrere 25 Km in modalità solo elettrica.
Il motore a benzina (montato in posizione posteriore centrale) è ovviamente il cuore di tutto il sistema. Si tratta di un’evoluzione del V8 biturbo che troviamo dalla 488 in poi. Leggero aumento di cilindrata, tanti interventi per aumentare l’efficienza nella combustione e ridurre il peso dei componenti. Ecco che quindi dai 4.0 litri di questo propulsore si sprigionano ben 780 cavalli a 7.500 giri, la potenza più elevata nella storia dei motori Ferrari stradali ad 8 cilindri. Da essa deriva una coppia massima altrettanto imponente, 800 Newton metri erogati a 6.000 giri.
Passiamo all’apparato ibrido. La Ferrari SF90 Stradale utilizza tre motori elettrici. Uno collocato tra il V8 e il cambio, gli altri due sull’asse anteriore. Essi forniscono una potenza di 220 cavalli e sono alimentati da una batteria da 7,9 kWh. Come detto, la vettura ha un’autonomia di 25 Km in modalità solo elettrica, per attraversare i centri urbani.
Essa si chiama eDrive; ha anche la particolarità di essere l’unica modalità in cui si può inserire la retromarcia. Infatti il cambio meccanico, F1 a doppia frizione, ha otto rapporti ma tutti in avanti. Uno in più senza aumentare il peso, grazie alla retro elettrica. Importante sottolineare che questa Ferrari, proprio per il fatto di possedere motori elettrici, ha la trazione integrale senza la necessità dei tradizionali organi meccanici, quindi un risparmio di peso, ingombri e complessità.
Il V8 e l’elettrico ad esso vicino agiscono sulle ruote posteriori, gli elettrici davanti trasmettono il moto sull’asse anteriore. Due dettagli sulle prestazioni e poi basta con i numeri: accelerazione da 0 a 100 Km/h in 2,5 secondi, 0-200 in 6,7 secondi e velocità massima 340 Km/h. Peso 1.570 Kg.
DESIGN RAFFINATO E INNOVATIVO
Il design di qualsiasi oggetto, da una maglietta ad un grattacielo, esprime sempre un compromesso tra forma e funzione. L’eterna lotta fra estetica e usabilità, tra il bello e il razionale. In un’automobile, particolarmente in un’auto ad alte prestazioni, i vincoli sono rappresentati non solo da normative ed esigenze di sicurezza ma in gran parte da questioni di aerodinamica. La forma della Ferrari SF90 Stradale è il risultato di un complesso e certosino lavoro di affinamento per dirigere l’aria dove si vuole e non dove vuole lei.
Le opposte esigenze di assicurare stabilità a velocità elevate ed una resistenza all’avanzamento il più possibile contenuta per non compromettere le prestazioni, a cui si aggiunge la necessità fondamentale di raffreddare adeguatamente la meccanica, vengono evidenziate all’anteriore dal sofisticato insieme di prese d’aria e soluzioni telaistiche che controllano accuratamente i vortici; persino le pinze dei freni (Brembo) hanno un’appendice aerodinamica, anche il disegno dei cerchi contribuisce ad indirizzare i flussi nella direzione voluta.
Al posteriore invece comanda il cofano motore. Nel senso che esso termina con due elementi, uno fisso ed uno mobile. Quest’ultimo viene azionato elettricamente solo nelle situazioni in cui è richiesto il massimo carico aerodinamico, quindi nelle curve veloci, nelle frenate violente e nei forti trasferimenti del carico laterale. Quando invece non serve, esso è completamente nascosto alla vista.
Dal punto di vista prettamente estetico, ricordiamo che il design della Ferrari SF90 Stradale è a cura del Centro stile interno, il cui direttore è Flavio Manzoni. Osserviamo i fari, dove si nota un marcato cambio d’impostazione rispetto alla 488 (e alla 458 prima di lei). Infatti la forma è sottile e invece di ricordare una lettera “L”, somiglia più ad una “C”. Nella vista di profilo lo spiovente del tetto è molto dolce, l’abitacolo è sagomato come se fosse il cockpit di un aereo da combattimento; gli sbalzi estremamente contenuti accentuano la dinamicità della vettura.
Anche la coda si stacca dalle berlinette più recenti. Intanto i quattro fanali sono tondeggianti ma non più circolari; i due scarichi sono collocati molto in alto, oltre che al centro, ricordano vagamente quelli di un caccia; l’enorme estrattore aerodinamico in carbonio, suddiviso in due elementi, parla da solo.
Chiudiamo con gli interni, partendo dal tunnel centrale. Cercate la leva del cambio? Cose del passato; restano però i pulsanti per le varie impostazioni di guida, collocati su una piastra metallica che richiama la vecchia griglia dei cambi manuali sportivi. La plancia è anch’essa ispirata molto da vicino all’aeronautica. Il cruscotto è interamente digitale, il volante proviene a forte velocità dalla monoposto di Formula 1; integra anche due piccoli pad per comandi touch, in modo da non dover mai staccare le mani. Immancabile infine il “manettino” rosso per selezionare le modalità di guida. (Visita anche il sito ufficiale)
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