Motocicletta storia: gli appassionati delle due ruote sanno praticamente tutto della storia della motocicletta. Ma voi? Sapete come è nato questo mezzo di trasporto? L’invenzione che ha radicalmente cambiato il nostro modo di vivere è da attribuire in parte a Louis-Guillaume Perreaux e ai tedeschi Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach.
Il Velocipede a vapore
Fu infatti l’inventore francese a dare origine al primo prototipo che avrebbe successivamente ispirato altre grandiosi menti: tutto nacque dall’inserimento di un piccolo motore a vapore monocilindrico e placcato in ottone sul telaio di una bicicletta.
Il “Velocipede a vapore” venne brevettato il 16 marzo 1869. Era in grado di raggiungere i 16 km/h ed è tutt’ora esposto al museo del Castello di Sceaux (sud di Parigi).
La storia della motocicletta
I due imprenditori (originari di Stoccarda), collaborarono insieme nella villa-officina di Bad-Cannstatt, per realizzare la “Reitrad”: il primo vero e proprio motociclo, costituito da un motore a combustione interna (di soli 0.25 CV) montato su di una normale bici.
Karl Benz realizzò successivamente il primo triciclo a motore a scoppio. Nel 1896, il britannico Capel Holden diede vita alla prima 4 cilindri della storia (in possesso di uno spinterogeno a commutazione, funzionante attraverso una bobina e batteria).
Nei successivi due anni la motocicletta (per come la conosciamo oggi) iniziò a prendere forma. In primis, il motoveicolo creato da Bouton era in grado di raggiungere i 40 km/h, ma furono i Werner a cambiare per sempre la storia delle due ruote.
Dal progetto francese rimossero una ruota e posizionarono il sedile sopra la forcella della posteriore, rendendo esteticamente il brevetto molto simile ad una bicicletta moderna, con la sola differenza di un motore a benzina sul canotto e di una trasmissione con puleggia e cinghia di cuoio motore sulla ruota anteriore.
Il termine “motocicletta” venne coniato da Michele Werner nel 1901, a seguito di un successivo prototipo degli stessi fratelli russi.
Motocicletta storia: l’evoluzione
Il successo di quest’invenzione fu naturalmente magistrale e i grandi imprenditori dell’epoca colsero l’occasione al volo. Dalla Francia all’America, passando per Gran Bretagna, Germania e Italia: nel nostro paese fiorirono società come la Benelli, Guzzi, Morini, Ducati, Garelli, negli Usa nacquero la Indian e la leggendaria Harley & Davidson.
Durante i primi anni 20, Le moto civili di grossa cilindrata erano in grado di superare con destrezza i 130 km/h; ed erano quasi tutte equipaggiate con una trasmissione a catena (o preferibilmente ad albero).
Nel 1937, una Brough Superior con motore JAP di oltre 1000 cavalli raggiunse i 275 km/h segnano un nuovo e storico record di velocità.
La Seconda Guerra Mondiale portò con sé rovina e miseria avvalendosi di mezzi di trasporto pesanti come carri armati, ma anche delle nostre due ruote: nacquero i motocicli per usi militari, l’esercito nazista adoperò ufficialmente la BMW R 75 (anche sidecar), mentre gli alleati (non molto propensi all’utilizzo) viaggiavano con Harley Davidson Model WLA e Indian Model 74.
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