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La strana storia di Louis Chevrolet

Louis Chevrolet è un personaggio ormai dimenticato, ma ha dato il nome ad una delle più importanti case automobilistiche del mondo.

Louis Chevrolet è un personaggio ormai dimenticato, se non dai super-ultra appassionati di auto americane; il suo impatto diretto nel mondo a quattro ruote non fu del resto particolarmente incisivo, se non per un dettaglio: ha dato il nome ad una delle più importanti case automobilistiche del mondo. Almeno per questo, merita di essere ricordato. A Natale ricorrono 143 anni dalla sua nascita. Tracciamo dunque un suo breve ritratto.

Louis Chevrolet, 1911

LOUIS CHEVROLET, DALLA SVIZZERA AGLI USA

Louis Chevrolet nacque il 25 dicembre 1878 in Svizzera, in una cittadina montana vicina a Neuchâtel chiamata La Chaux-de-Fonds. Nonostante la sua famiglia si fosse trasferita pochi anni dopo in Francia, qui esiste oggi in un parco un imponente monumento a lui dedicato, il più grande busto d’acciaio cromato della Svizzera; commissionato per il centenario della Chevrolet nel 2011, è alto cinque metri e pesa otto tonnellate. Non è montato su un piedistallo ma è appoggiato al terreno, quindi lo si può “guardare negli occhi”.

Nel 1886 la famiglia si trasferì in una località francese non lontana da Ginevra, Beaune. Qui il giovane Louis mostrò presto una notevole passione e attitudine per la meccanica. Nel 1900 emigrò in Canada, a Montreal. L’anno successivo si trasferì negli Stati Uniti a New York, dove lavorò come meccanico alla filiale della casa automobilistica francese De Dion-Bouton. Passò poi alla Buick. Nel frattempo coltivò l’altra sua grande passione, strettamente collegata alla prima: le corse.

Fu un ottimo pilota; nel 1905 ottenne la sua prima vittoria, al volante di una Fiat. Ne seguirono diverse altre, intervallate da altrettanti incidenti che lo costrinsero a lunghi ricoveri ospedalieri. E’ difficile stabilire se i piloti d’inizio Novecento fossero eroi o autentici pazzi temerari. Forse univano entrambe le caratteristiche. Di certo avevano un gran fegato, e pagavano sempre di persona con le ossa rotte o direttamente con la propria vita.

LA FONDAZIONE DELLA CHEVROLET

L’impiego principale di Louis Chevrolet fu tuttavia alla Buick, non solo in qualità di pilota. Egli divenne amico del proprietario William C. Durant, il fondatore della General Motors. Chevrolet acquisì nozioni pratiche (non aveva una particolare istruzione formale) di design e progettazione. Nel 1909 costruì un motore a sei cilindri con valvole in testa. I tempi erano maturi per lanciarsi nella grande avventura.

Nel 1910 Durant venne estromesso dalla General Motors. Non essendo uomo da rassegnarsi alla sconfitta, accettò la proposta di Louis: fondare insieme una nuova casa. Fu così che il 3 novembre 1911 venne firmato l’atto di fondazione della Chevrolet. Sede a Detroit, già da un bel pezzo “Motor City”. Il simbolo del “cravattino”, come oggi lo conosciamo, era già molto simile all’attuale. Non ne è chiara invece l’origine. Alcune interpretazioni sostengono che derivi dalla croce della Svizzera, altre da una decorazione affissa sul muro di una stanza in un hotel di Parigi dove una volta Louis aveva soggiornato.

L’ABBANDONO DELLA CHEVROLET. GLI ULTIMI ANNI

Non era facile andare d’accordo con William Durant. Pochi ci riuscirono e a prezzo di notevoli sacrifici. Louis Chevrolet ci litigò praticamente dall’inizio e non su materie secondarie. I due fondatori non avevano la stessa idea sull’indirizzo da dare all’azienda. Ma il pesce più grosso era Durant, il quale aveva spalle forti dal punto di vista finanziario. Allora Louis nel 1915 gli cedette tutte le azioni e lasciò la Chevrolet. Durant nel 1917 manovrò per riprendersi il controllo della General Motors, inserendovi la Chevrolet e tornando da trionfatore. Louis aprì in Canada la McLaughlin Company per fabbricare auto Chevrolet.

Nel 1918 cedette poi l’azienda alla stessa GM. Le corse erano tutto sommato la vera passione di Louis Chevrolet, il quale nel 1916 aveva fondato insieme ai suoi due fratelli Gaston e Arthur la Frontenac Motor Corporation, la cui attività era fabbricare componenti per impiegare nelle competizioni le Ford Model T. Una specie di Abarth ante litteram. Parallelamente, nello stesso anno, aveva aperto in New Jersey la American Motors Corporation, la quale però sparì pochi anni dopo.

Louis continuò a correre insieme ai fratelli. Partecipò per quattro volte alla 500 miglia di Indianapolis, ottenendo come miglior risultato un settimo posto nel 1919. Maggior successo ebbe Gaston, il quale vinse quella gara nel 1920, il 31 maggio, proprio su una vettura Frontenac. Tuttavia qualche mese più tardi, il 25 novembre, Gaston ebbe un incidente mortale durante una gara in California, a Beverly Hills. Questo lutto fece decidere a Louis il ritiro dalle gare.

Louis e Arthur Chevrolet entrarono nel settore della costruzione di motori per aviazione ma la loro azienda venne spazzata via dalla crisi del 1929. Louis concluse la propria carriera proprio alla Chevrolet, dove trovò impiego come normale meccanico. Nel 1941 soffrì di gravi malattie cardio-vascolari. Il 6 giugno morì per complicazioni post-operatorie in seguito ad un intervento ad una gamba. E’ sepolto accanto al fratello Gaston al cimitero Saint Joseph di Indianapolis. Nel 1969 il nome di Louis Chevrolet è stato inserito nella Automotive Hall of Fame. Un suo busto, oltre a quello in Svizzera, campeggia oggi all’ingresso del museo all’interno della pista di Indianapolis.

(Foto dal sito Chevrolet)

LEGGI ANCHE: Chevrolet Corvette: la storia dell’auto sportiva a stelle e strisce.

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