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Jeep Gladiator: il ritorno del pick-up della casa americana

Jeep Gladiator
Jeep Gladiator, presentato al salone di Los Angeles 2018, è il pick-up della casa americana. Se vi sembra una cosa mai vista, è perché siete giovani.

Jeep Gladiator, presentato al salone di Los Angeles 2018, è il pick-up della casa americana. Se vi sembra una cosa mai vista, è perché siete giovani. Infatti in passato la Jeep ha sempre prodotto veicoli con carrozzeria a cassone.

Jeep Gladiator al Salone di Los Angeles

Il precedente Gladiator è rimasto in produzione per ben 25 anni. Ma l’ultimo esemplare uscì dalla fabbrica di Toledo (Ohio) nell’ormai lontano 1988. Perché alla Jeep hanno sentito il bisogno di riproporre un pick-up?

Questa è una domanda che un americano non si porrebbe mai; anzi, piuttosto si chiederebbe come mai ci abbiano messo così tanto. Perché questo tipo di veicolo rappresenta il cuore della vera America a stelle e strisce, quella degli spazi sconfinati e di chi lavora con le proprie mani, necessitando quindi di trasportare e caricare agevolmente merci e attrezzatura.

Ma anche di chi vive o lavora a contatto con la natura in zone dove le strade non esistono o sono molto accidentate: campi agricoli, foreste, colline, montagne. Il pick-up è quindi il migliore compagno di questa larga fascia di popolazione americana. Tuttavia non si tratta più di un fenomeno solo Made in USA. Anche negli altri continenti questo mezzo di trasporto si sta affermando, Europa compresa. Sia per necessità o semplice moda, poco importa.

Quando sbarcherà in Europa?

Il nuovo Jeep Gladiator arriverà sul mercato americano a metà 2019 ma nel 2020 sbarcherà anche sul nostro continente. E’ un fuoristrada in tutto e per tutto, una vera e propria Wrangler con carrozzeria modificata. E di essa mantiene il design. Gladiator all’anteriore è effettivamente una Wrangler.

Ci sono alcuni piccoli dettagli che lo differenziano dalla cugina (o sarà la zia?). Ad esempio le famose 7 feritoie della tradizionale griglia Jeep sono maggiormente distanziate tra loro, per ottimizzare il flusso d’aria che va a raffreddare il radiatore; inoltre la griglia stessa è inclinata all’indietro per migliorare l’aerodinamica. (Tutte le info sul sito ufficiale)

Design

I fari a LED sono a richiesta. Della Wrangler invece vengono mantenuti i cardini fuoristradistici, come il parabrezza abbattibile e le portiere smontabili. Gladiator è anche l’unico pick-up 4×4 sul mercato capace di viaggiare scoperto, grazie al tetto scopribile, in tessuto o rigido, anche qui come da scuola Wrangler.

Il cassone (a richiesta è disponibile la copertura in tela) è molto ampio, infatti è lungo 152 cm per un volume di carico da un metro cubo e una portata di 725 Kg. Inoltre è possibile trainare un rimorchio fino a 3.470 Kg.

Già che siamo in tema di dimensioni, Jeep Gladiator appartiene alla fascia media (secondo gli standard americani) data la lunghezza totale di 5.539 mm, la larghezza di 1.875 mm e l’altezza fra 1.857 e 1.933 mm a seconda dell’allestimento.

Il passo è di 3.487 mm. Per quanto riguarda le misure interessanti per il fuoristrada, abbiamo un’altezza dal suolo da 254 a 282 mm a seconda dei cerchi (da 17 o 18 pollici di serie, ma l’allestimento Rubicon può arrivare anche a 33, speciali per pneumatici tassellati da fuoristrada) e una profondità di guado di ben 750 mm.

Interni

Anche gli interni del Jeep Gladiator rispecchiano molto quelli della Wrangler. Qualità e praticità sono le parole d’ordine. Materiali soft touch, cuciture a vista, varie finiture a seconda dell’allestimento, pulizia nelle forme; spiccano il cruscotto rifinito a mano e le cromature sulle bocchette circolari di areazione.

Sedili comodi e spaziosi. Ricordiamo che Gladiator è un pick-up a quattro posti. I sedili posteriori sono abbattibili per aumentare lo spazio di carico, se proprio si vogliono trasportare tronchi d’albero interi alla segheria.

Le caratteristiche in fuoristrada del Jeep Gladiator sono notevoli. Abbiamo detto che deriva dalla Wrangler? Quindi due livelli di trazione integrale, Command-Trac e Rock-Track; poi differenziale a slittamento limitato Trac-Lock, bloccaggi elettrici degli assali, barra stabilizzatrice a scollegamento elettronico.

Cambio manuale a sei marce o automatico ad otto. Chiudiamo con i motori, al momento per le specifiche americane. Si parte con l’inossidabile propulsore a benzina Pentastar V6 3.6 da 285 cavalli e 352 Newton metri di coppia. Nel 2020 arriverà anche il motore EcoDiesel V6 3.0 da 260 cavalli e una coppia possente di 600 Nm, l’ideale per il traino. Allestimenti Sport, Sport S, Overland e il duro e puro Rubicon, per scalare le vette del Colorado (e fra un annetto anche quelle alpine).

(Foto ufficio stampa)

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