Per illustrare la particolarità nel design delle Ferrari Monza SP1 e SP2, le vere stelle assolute del salone di Parigi 2018, partiamo da lontano. Settembre 1948, salone di Torino. Stand Ferrari, una piccola azienda nata da circa un anno ma già in evidenza grazie alle vittorie ottenute nelle corse nazionali.
La storia da raccontare
La novità esposta si chiama Ferrari 166 MM, una spider, una vettura che l’anno successivo avrebbe vinto la Mille Miglia e la 24 ore di Le Mans. Tra i visitatori c’è un personaggio d’eccezione: Gianni Agnelli. In quel momento non ha ancora un ruolo attivo nella guida della Fiat, saldamente nelle mani di Vittorio Valletta.
All’età di 27 anni si gode la vita, in attesa di raccogliere il testimone del colosso industriale creato da suo nonno (avverrà nel 1966). Date le cospicue disponibilità economiche e il background familiare, il giovane Agnelli è un naturale appassionato e cliente di auto sportive. Vista la 166 MM con quella forma particolare, un parabrezza striminzito, l’abitacolo profondamente incassato, nessun montante, egli commenta: “Ma questa non è un’auto, è una barchetta”.
Sulla veridicità di questo episodio ci sono sempre stati diversi dubbi. Sta di fatto che però l’appellativo “barchetta” per definire auto con questo tipo di carrozzeria nasce proprio in questo periodo e lo rimarrà sempre. Per inciso, Agnelli non disprezzava affatto la 166 MM, infatti ne comprò una nel 1950. Carrozzata dalla Touring, era bicolore, verde la parte inferiore, blu quella superiore e il cofano.
La tenne per due anni, poi la vendette ad una scuderia svizzera che la impiegò in gara, vinse il Gran Premio di Spa. Oggi quell’esemplare, perfettamente restaurato, gira ancora nei principali concorsi di eleganza, attirando tanti sguardi di meraviglia come 70 anni fa.
Ferrari Monza SP1 e SP2
Ma torniamo al presente. La Ferrari Monza, presentata in due varianti chiamate SP1 ed SP2, è una serie speciale limitata che inaugura la gamma “Icona”; quindi modelli di contenuto e design particolarmente sofisticato (anche secondo gli standard Ferrari) e ispirati alle vetture leggendarie del passato. Il tema del design è per l’appunto quello della barchetta. Il nome dell’autodromo brianzolo è un omaggio alle 750 Monza e 860 Monza; insomma le auto da cui negli anni ’50 è cominciata la leggenda della Ferrari, grazie alle vittorie nelle principali corse mondiali delle categorie sport.
Le due versioni condividono la meccanica ma hanno un’impostazione strutturale molto diversa. La Ferrari Monza SP1 è letteralmente una monoposto stradale. Infatti ha un solo posto, lo spazio per il passeggero è chiuso da una paratia, proprio come avveniva nelle competizioni del passato. Si tratta però di una vettura omologata per uso stradale, benché progettata per far assaporare in pieno le sensazioni della guida in pista. Le linee sono decisamente essenziali. La Ferrari Monza SP2 è invece più “turistica”, in un certo senso. Ha due posti ma è assolutamente un bolide come la sorella.
Non c’è il parabrezza
Altro dettaglio da barchetta pura: non esiste parabrezza. C’è solo uno specifico cupolino brevettato come Virtual Wind Shield per gestire i flussi aerodinamici intorno all’abitacolo. Molta attenzione è stata dedicata a contenere le masse, perché la leggerezza è la madre della prestazione. Per questo motivo la scocca è interamente in fibra di carbonio, materiale utilizzato anche per parafanghi, fari, luci posteriori, ruote e parecchi dettagli interni.
La meccanica, comune ad entrambe le vetture, lo ripetiamo, è quanto di più Ferrari possa esserci: il motore è lo stesso della 812 Superfast. Quindi si tratta dell’incredibile V12 6.5 aspirato da 810 cavalli di potenza ad 8.500 giri e 719 Newton metri di coppia a 7.000 giri, quote stratosferiche.
Dimensioni: lunghezza 4.657 mm, larghezza 1.996 mm, altezza 1.155 mm (un metro e quindici, praticamente arriva al predellino di un SUV). Il peso in ordine di marcia è di 1.500 Kg per la SP1 e di 1.520 Kg per la SP2. Le prestazioni sono ovviamente entusiasmanti: accelerazione 0-100 in 2,9 secondi, 0-200 in 7,9 secondi. Velocità massima indicata in oltre 300 Km/h. Quanto oltre, non è dato sapere. Non vi precipitate dal concessionario, i pochissimi esemplari stabiliti per la produzione sono stati tutti già prenotati.
(Foto da comunicato stampa Ferrari)
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