I have a dream. Io ho un sogno. E da allora il mondo non è stato più lo stesso. Martin Luther King pronuncia la famosissima frase davanti a 250 mila persone, raccolte al Lincoln Memorial di Washington per ascoltarlo. È il 28 agosto del 1963: le parole di Martin Luther King faranno subito il giro del mondo. E tuttora sono ricordate sempre, da tutti. Facevano, allora, parte di un discorso sul riconoscimento di uguali diritti tra bianchi e neri.
Martin Luther King: I have a dream
L’incisività della frase, il carisma del pastore King: gli Stati Uniti d’America avevano appena emesso un provvedimento per la parità di diritti, ma gli Stati del Sud avevano deciso di non approvarlo. Da lì, una protesta nota come la marcia per il lavoro e la libertà, conclusa proprio al Lincoln Memorial.
Martin Luther King disse, quel giorno: “Ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: riteniamo queste verità di per sé evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali”.
Era stato il presidente Kennedy a firmare il provvedimento, dividendo però l’America. Da Washington iniziò una lotta per l’uguaglianza che porterà il pastore a vincere il premio Nobel per la Pace nel 1964. Sì, perché il discorso di Washington fu il coronamento di un percorso di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, che era cominciato dieci anni prima con l’affermazione della teoria della non-violenza, insegnata agli studenti delle università statunitensi e propugnata in contrapposizione alle posizioni più oltranziste del movimento, come quelle di Malcolm X.
La morte
Il pastore protestante e sostenitore dei diritti civili verrà ucciso a Memphis da un colpo di fucile. La sua morte fu annunciata ufficialmente il 4 aprile e la notizia scatenò tumulti in tutto il Paese, incendi e saccheggi in almeno 120 città. Si contarono 46 morti, 2.600 feriti e 21 mila arresti.
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