Per meglio comprendere l’essenza di una vettura come la nuova Alpine A110, possiamo definire Alpine come l’Abarth francese? Abbastanza, perché i paralleli tra loro sono molti. Partendo dall’energia di due grandi personaggi come Jean Rédélé e Carlo Abarth, entrambe le aziende sono nate con l’obiettivo di partecipare alle competizioni partendo da meccaniche di grande serie e cilindrate ridotte, trasformandole in vetture vincenti soprattutto attraverso competenza, inventiva e duro lavoro dei propri team.
Entrambe hanno utilizzato come base quasi esclusivamente il materiale del maggiore costruttore del proprio Paese, Renault da una parte e Fiat dall’altra. Entrambe hanno affiancato alle corse la produzione di modelli stradali di grande impatto e notevoli prestazioni, venduti a prezzi decisamente accessibili, se paragonati alle faraoniche cifre delle supercar tradizionali.
Infine entrambe le aziende, sempre rimaste a dimensioni artigianali, sono diventate parte integrante dei due grossi gruppi industriali, che ne hanno fatto praticamente il proprio reparto corse, utilizzato a volte per la partecipazione diretta ai vari campionati, ma soprattutto per la produzione di modelli sportivi di nicchia e delle corrispondenti versioni da competizione, da vendere ai team clienti.
Naturalmente la funzione principale odierna di Alpine, come di Abarth, è sostenere un’autentica immagine sportiva da riflettere sul costruttore di origine, quindi Renault e Fiat. Questo è il fine di una vettura come la nuova Alpine A110.
Alpine A110
Nasce per portare il pepe della concorrenza in un settore particolare, quello delle sportivissime leggerissime. Quasi delle supercar, dove però le alte prestazioni non sono dovute a motori dall’esorbitante numero di cavalli ma dal sapiente equilibrio tra potenze tutto sommato normali e corpi vettura estremamente leggeri; a cui si aggiungono tutti quegli accorgimenti telaistici e meccanici che permettono ad un’auto di essere veloce non solo sul dritto ma anche e soprattutto nelle curve: dove poi si fa la differenza tra vera auto sportiva e banale oggetto da inutili gare di accelerazione. (sito ufficiale)
La storia
Prima d’illustrarne le caratteristiche però è necessario compiere un ulteriore e breve passo indietro. Perché A110 ci porta dritti al cuore della storia di Alpine. Si tratta infatti del modello più celebre e vincente di questa marca, a cui il modello nuovo è ispirato non in misura secondaria. La Alpine A110 originale fu una coupé (i francesi in realtà la definivano “berlinette”, ma sempre di coupé si trattava) prodotta dal 1962 al 1977.
Jean Rédélé la sviluppò partendo dalla meccanica della Renault 8, una normalissima utilitaria. Il primo motore aveva soltanto 956 cc per una potenza di 55 cavalli. Nell’ultima evoluzione si arrivò ad un 1.6 da 140 cavalli. Il suo palmarès sportivo è sterminato. Tra le vittorie più importanti ricordiamo il campionato mondiale rally marche nel 1971 (con i trionfi a Montecarlo, Sanremo e nell’Acropoli) e il mondiale rally costruttori del 1973, oltre a tonnellate di campionati europei.
Serie limitata andata a ruba
E siamo finalmente alla Alpine A110 di oggi. Tecnicamente sarebbe già in vendita con una serie limitata di lancio chiamata Première Edition, ma tutti i 1.955 esemplari disponibili sono stati spazzati via già in fase di prenotazione. Quindi si dovrà attendere la serie regolare, attesa nei due show-room nazionali (a Roma e Milano) per la fine del 2018; i prezzi dovrebbero essere di poco inferiori ai 60.000 euro della Première.
La vettura è francese purosangue e dal completo DNA Alpine, perché verrà prodotta nello storico stabilimento di Dieppe, in Normandia, dove Rédélé cominciò la sua avventura.
Le sue concorrenti principali sono Alfa Romeo 4C, Lotus Elise e Porsche 718 Cayman; come impostazione di progetto, soprattutto le prime due (la Porsche ha un poderoso sei cilindri da 350 cavalli e la differenza di prezzo comincia ad essere consistente), rispetto alle quali c’è tuttavia una differenza sostanziale. La nuova A110 non è una vettura estrema che rende bene solo in pista ma anche un’automobile utilizzabile quotidianamente su strada.
Quindi le sospensioni (a doppio triangolo) non distruggono la schiena, i sedili hanno una parvenza d’imbottitura e sono pure rivestiti in pelle, oltre ad essere regolabili. Inoltre si entra in macchina normalmente, senza fare le acrobazie tipiche per una vettura da corsa. C’è anche un vero apparato multimediale. E il servosterzo.
Comportamento da sportiva di razza
Tutto ciò ha naturalmente un prezzo: peso in più, circa due quintali su Alfa e Lotus. E’ una grande differenza. Ma questo assolutamente non rende l’Alpine inferiore alle rivali, perché le prestazioni sono molto simili. Il comportamento resta quello di una sportiva di razza, che poi è ciò che conta.
Un occhio al design: la nuova Alpine A110 è la classica Alpine A110. Infatti sono state mantenute tutte le caratteristiche che hanno reso l’antico modello una delle auto più belle e suggestive mai esistite. Naturalmente la tecnologia di oggi è presente in grande quantità. L’aerodinamica molto efficace (Cx 0,32) non ha bisogno di ali, la deportanza viene creata tutta attraverso il fondo piatto e l’imponente estrattore in coda.
Chiudiamo con una veloce scheda tecnica, qui è indispensabile. Intanto il rapporto peso/potenza: 4,3 Kg per cavallo, siamo quasi in zona supercar (convenzionalmente da 4 in giù). Il motore è un quattro cilindri 1.8 turbo da 252 cavalli e 320 Newton metri di coppia, lo stesso che monta la Renault Mégane RS; ovviamente anche qui ci hanno messo sopra le mani quelli di Renault Sport.
Altri caratteri da sportiva pura: motore in posizione posteriore centrale, immediatamente dietro l’abitacolo, trazione posteriore con cambio DCT a 7 rapporti e palette al volante (fisse sul piantone, appunto da sportiva vera). Freni Brembo.
La carrozzeria è in alluminio. Peso a vuoto di 1.080, bilanciamento delle masse del 56% al posteriore. La vettura è una coupé a due posti secchi molto compatta: lunghezza 4.180 mm, larghezza 1.798 mm, altezza 1.252 mm, passo 2.420 mm; anche questi numeri hanno un impatto non secondario nella maneggevolezza su strada e in pista. Infine le prestazioni: accelerazione 0-100 in 4,5 secondi e velocità massima 250 Km/h. Non vi bastano?
[Photo Alpine Cars]