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Alla scoperta del Materia di Cernobbio con lo chef Davide Caranchini

Davide Caranchini Materia di cernobbio
Provando la nuova Opel Insignia puoi avere la Guida de L'Espresso 2018 ai migliori ristoranti d'Italia. Noi siamo stati al Materia di Cernobbio.

Guidare e mangiare sono due piaceri della vita. Due piaceri che acquisiscono qualità quando sono accomunati da una parola chiave: Eccellenza. Possiamo parlarne proprio in questo caso, perché provando la nuova Opel Insignia hai la possibilità di avere per te la Guida de L’Espresso 2018 ai migliori ristoranti d’Italia.

Non ci siamo lasciati scappare questa bella occasione e abbiamo deciso di metterci al volante per una meta affascinante: Cernobbio.

Opel Insignia incontra il Materia di Cernobbio

Facile spiegare la destinazione: siamo andati al ristorante Materia di Cernobbio, dove abbiamo conosciuto lo chef Davide Caranchini, premiato come miglior giovane dell’anno proprio dalla Guida de L’Espresso. A margine dell’intervista trovate il menù, che vi consigliamo di provare se passate da queste parti.

Materia di Cernobbio Opel Insignia

Una bella chiacchierata con lo chef Davide Caranchini

Davide Caranchini dimostra grande coraggio nelle sue scelte nella cucina del Materia di Cernobbio. Un buon punto di partenza per chiacchierare delle scelte fatte da un gruppo di giovani che hanno creato un progetto davvero interessante sul Lago di Como.

Qui al Materia abbiamo trovato un ambiente splendido…

“Come si può vedere dal locale, non ci interessano i fronzoli, siamo più per la sostanza vera. E anche per quanto riguarda soprattutto il cibo, abbiamo una cucina che va molto all’essenzialità delle cose, sulla concentrazione dei gusti… senza pensare troppo a decorazioni o aspetti ‘pittoreschi’, che non ci interessano. Da lì, dunque, è nato Materia. Il nome, che collega tutto il nostro pensiero, è arrivato prima di avere il locale”.

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Una vostra frase simbolo è “dalla terra al piatto”. Come riesci a coniugare l’Eccellenza della cucina italiana con la semplicità?

“No, non direi semplicità. Anche perché il concetto di semplice è molto strano: la cosa più semplice è sempre la più difficile. Il nostro concetto ‘dalla terra’ è inteso come il tentativo di fare una cucina quanto più naturale possibile, senza troppi giri strani o chissà cosa. Nel senso, cerchiamo di rispettare il più possibile il lavoro di chi produce, di chi alleva, di chi coltiva… e poi abbiamo una nostra serra, con una varietà di circa cento erbe che coltiviamo noi. Noi funzioniamo così: non è tanto affidarsi ai fornitori quanto piuttosto pensare, c’è questo utilizzo questo”.

Quando parli lo fai sempre al plurale…

“Sì, sempre, perché il ristorante è un luogo di lavoro di squadra, o meglio, di una famiglia. Viviamo qui dentro per tantissime ore al giorno. Io, Ambra, Luca e Marco siamo soci e anche con i ragazzi che lavorano in cucina con me ci conosciamo da tanto. Ormai sono essenziali perché senza di loro tutto questo non potrebbe esistere”.

Raccontaci il “viaggio” gastronomico che abbiamo fatto qui al Materia di Cernobbio…

“Noi lo chiamiamo ‘mano libera’ ed è un percorso attraverso cui mostriamo la nostra idea di cucina. Quindi vi sono incluse le novità (ultime idee e ultime sperimentazioni fatte) ma anche i nostri classici – anche se siamo aperti da circa un anno. Ogni piatto richiede due mesi e mezzo/tre di prove: dall’idea su carta al risultato finale. E c’è molto lavoro di ricerca dietro: ricerca sulle tecniche, sugli ingredienti, su qualsiasi aspetto. Stiamo investendo molto sulle attrezzature, anche su quelle non propriamente nate per il cibo ma che risultano essere comunque adatte allo scopo culinario. Questo menu, dunque, è un po’ uno show case che racchiude tutti questi aspetti”.

Da qui all’anno prossimo avete già delle idee nuove? Se potete svelarle…

“Segreti non ne abbiamo. Idee non ce ne sono se non quella di alzare sempre l’asticella, ogni giorno che passa. Abbiamo iniziato un anno fa, in un territorio che non è mai stato molto propenso alla sperimentazione gastronomica. Adesso le cose stanno cambiando. Per cui l’anno scorso siamo partiti con un menu molto più semplice, per non ‘spaventare’ e per non fare i fenomeni. Ma pian piano stiamo cercando di eliminare il compromesso e di continuare per la nostra strada. Il sogno è quello di arrivare ad avere solo le proposte che interessano noi e magari spostarci, per avere un posto più bello. Ovviamente restando sempre in zona”.

Cosa significa per voi giovani essere in una guida come quella de L’Espresso?

“È un gran bel punto di partenza. Quando abbiamo deciso di aprire, sarebbe da ipocriti dire che non ci abbiamo pensato (come fanno tanti, che dicono che a loro non interessa). Queste cose interessano a chiunque faccia questo lavoro a certi livelli. Quando siamo partiti non volevamo strafare quindi non pensavamo che a fine anno avessimo tutte le guide. Ci siam detti, se devono arrivare arriveranno. Sperando che tutto andasse per il meglio. Sappiamo di aver lavorato bene ma non pensavamo di ritrovarci nella guida de L’Espresso, con due cappelli, e di ricevere il premio Giovane dell’Anno, che è un premio a cui chi inizia a fare questo mestiere aspira senz’altro. Quando mi hanno chiamato per comunicarmelo ero contentissimo come un bambino”.

Davide Caranchini Ristorante Materia Opel Insignia

Tu hai 27 anni. Ad un giovane che dice non ho un punto di partenza, non ho un locale, dei soldi per iniziare… che consiglio potresti dare?

“Neanche noi avevamo chissà quali risorse. Ovviamente tutti e quattro abbiamo esperienza di questo lavoro, chi in un ambito chi un altro… Ci siamo guardati in faccia, quasi due anni fa, e ci siam detti: da perdere non abbiamo nulla, qualcosa da parte l’abbiamo. E il locale è venuto su gradualmente (all’inizio era molto più spoglio ed essenziale), proprio perché alle spalle non abbiamo investitori ma risorse nostre. Ci credevamo fortemente, così come ci crediamo ora, avevamo esperienza e tantissima voglia di fare che ci hanno spinto a dire ‘buttiamoci!’. E finora è andata bene. Secondo me ci vuole un po’ di coraggio, o di incoscienza giovanile se vogliamo chiamarlo in altro modo. Però poi è altrettanto necessario fare le cose con cognizione di causa, devi saper fare bene il tuo lavoro, per non rimanere uno dei tanti e per non farti sopraffare dalla concorrenza”.

Ora è tempo di ripartire. Terminato il pranzo al Materia di Cernobbio abbiamo puntato il navigatore della nostra nuova Opel Insignia in direzione Milano. Nulla di più facile grazie alla tecnologia presente su questa auto di Eccellenza: infotainment Intellilink con compatibilità smartphone Apple e Android, hotspot wi-fi e sistema di connettività e assistenza OnStar. Per conoscere in modo più approfondito le qualità dell’auto che abbiamo avuto in prova (Opel Insignia Sports Tourer) per qualche giorno cliccate qui. E andate sul sito ufficiale Opel.

Il menù che abbiamo degustato al Materia di Cernobbio:

– Snack iniziali
– Tartare di salmerino, levistico, kefir e olio all’abete
– Insalata di cavolo rosso, midollo affumicato caviale e latte di mandorla
– Cervello, ribes nero, finferli e camomilla e legno di ginepro
– Linguine al non pomodoro
– Bottoni di lingua di vitello, limone e coriandolo, Vermouth e ruta
– Piccione, lattuga, sambuco e radice di polipodio
– Sorbetto di geranio e whisky
– Banksy

[Shooting by BakerStreetStudio]

In collaborazione con Opel Italia

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