Rendere una hypercar ancora più hyper togliendole il tetto non è mai un’impresa facile, tutt’altro; diventa ancora più arduo se si vuole mantenerla un oggetto unico. La Pagani Huayra Roadster, mostrata al salone di Ginevra 2017, rappresenta l’ultima sfida lanciata da Horacio Pagani. Un progetto che ha richiesto 6 anni di lavoro.
Pagani Huayra Roadster
Per descrivere la complessità di quest’opera e del suo design, usiamo direttamente le parole dell’imprenditore argentino trapiantato a Modena, fondatore nel 1999 della casa automobilistica che porta il suo nome. “Pensiamo a Huayra Coupè, alla sua linea elegante e senza tempo; Pagani Huayra Roadster doveva esserne la sorella ribelle, formosa e bellissima ma con quel tocco di malizia tipico di chi è spensierato. Tutto doveva essere unico, come una macchina ricavata da un blocco di marmo di Carrara”.
Bella come una statua
Come una scultura, appunto. Perché la Pagani Huayra Roadster è un’opera d’arte al pari della coupé da cui deriva; e proprio come in un lavoro artistico affiorano omaggi ai maestri del passato e richiami allo stile individuale dello scultore. Ad esempio le portiere. La Huayra scoperta si apre in modo tradizionale, mentre la coupé ha portiere ad ali di gabbiano. Questo è sia un riferimento alle Mercedes degli anni ’50, in particolare la 300 SL, sia allo stile proprio delle Pagani precedenti.
La Huayra Roadster esprime armonia, quella gentilezza di chi conosce bene la propria forza e non ha bisogno di mostrarsi prepotente. All’anteriore notiamo il marchio di fabbrica dei fari ovali e verticali a quattro elementi, mentre saltano all’occhio i due specchietti retrovisori appesi alla carrozzeria come fossero due foglie piegate dal vento.
Nella vista di profilo viene esaltata la forma a cuneo dalla zona verniciata in blu (che è sempre carbonio a vista). La intricata complessità delle linee si comprende maggiormente osservando la macchina dall’alto, allora si possono notare tutti gli infiniti dettagli che rispondono a necessità aerodinamiche ma anche alla volontà di creare uno stile unico. Il cofano motore è quasi la teca che protegge un oggetto di valore inestimabile esposto in un museo. La coda è un’esplosione di carbonio, nel senso che i profili degli estrattori ne occupano quasi l’intera superficie.
Gli interni sono unici come la carrozzeria. Carbonio, pelle pregiata e alluminio. Manopole e pulsanti dappertutto, come un’auto classica, compresi i quadranti rigorosamente analogici, benché colorati. I leveraggi del cambio sono a vista. Assolutamente originale. Il tetto può essere rigido in carbonio con un elemento centrale in vetro, oppure in tela e carbonio.
Leggera come una farfalla
Come se le difficoltà iniziali non fossero già elevate, in Pagani hanno voluto che la Huayra Roadster fosse più leggera della coupé. Ricordiamo che una carrozzeria aperta è generalmente più pesante di quella chiusa del modello da cui deriva. Questo perché togliendo un pezzo, il tetto, l’integrità strutturale della vettura viene compromessa.
Di conseguenza vengono rinforzate altre zone del telaio e della carrozzeria, per recuperare la rigidità perduta, nonché per garantire la protezione da ribaltamento. Così una cabrio o una spider hanno sempre una massa superiore.
Quasi sempre: cosa ti combinano in Pagani? Usano un materiale composito ancora più avanzato di quello impiegato dalle monoposto di Formula 1. Cioè hanno abbinato al “normale” carbo-titanio una lega chiamata Carbo-Triazx HP52. Questo ha fatto guadagnare il 52% di rigidità, nonostante la vettura abbia un peso complessivo di 1.280 Kg, ben 80 Kg in meno della Huayra Coupé. Impressionante è dire poco. E in più la macchina è anche bella.
Forte come un toro
Ma la Pagani Huayra Roadster è una hypercar. Deve essere veloce, velocissima. La Pagani collabora da sempre con Mercedes-AMG per i propulsori. La casa tedesca ha messo a punto una versione speciale del suo V12 biturbo.
Cilindrata 6.0, la potenza mostruosa di 764 cavalli a 5.500 giri, la coppia devastante di oltre 1.000 Newton metri, disponibili da 2.300 a 4.300 giri. Tutto e subito, insomma. Il cambio automatico a sette rapporti della X-Track usa sincronizzatori in carbonio ed è attivato sia idraulicamente che elettronicamente. Differenziale elettronico della Bosch. Trazione posteriore.
L’impianto frenante carboceramico della Brembo dispone di pinze progettate appositamente per questa Huayra. Le sospensioni a triangoli sovrapposti (attive all’anteriore) pesano il 25% in meno della coupé. Dulcis in fundo: l’aerodinamica è attiva.
Le prestazioni? Non le hanno comunicate, viene solo specificata una resistenza a forze laterali di 1,8 g; siamo comunque sicuri che quest’auto vada fortissimo. Il prezzo invece è stato dichiarato: 2.280.000 euro, Iva esclusa. Ma non precipitatevi a firmare l’assegno, i 100 esemplari previsti sono stati già tutti venduti. Curiosità: con la sola Iva (prima che aumenti) di questa macchina si possono acquistare una Rolls-Royce Wraith e una Ferrari California, inoltre avanza ancora qualcosa per un paio di optional.
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