Lui è l’investitore, che arriva dal mondo della moda ma che sceglie la concretezza di tre giovani sessantottini. Il tassello, quasi sempre, più difficile da trovare. La persona senza la quale nulla sarebbe stato realizzato, o sarebbe mai partito. Si chiama Marco Canali ed è l’uomo che ha creduto da subito in EasyReading, il carattere che anche i dislessici possono leggere senza alcun problema.
Abbiamo fatto una bella chiacchierata con Marco Canali durante un nostro incontro a Milano.
“Vengo da una trascorso di responsabile di sistemi informativi, professione svolta fino a otto anni fa in un’azienda di famiglia – spiega Canali a Stylology.it – Poi un giorno ho detto basta, ne uscito con l’idea di prendermi un periodo di riposo che alla fine non si è rivelato così lungo, per fortuna”.
Come è avvenuto l’incontro con EasyReading?
“E’ successo quasi per caso e sempre con stessa formula: amici o amici di amici che hanno un’idea più o meno originale, più o meno pazza ma sicuramente nuova. Che cercano sì soldi, di norma pochi, oppure come in questo caso dei consigli. Quacuno che abbia già provato il brivido di essere imprenditore e che gli indichi la strada giusta da seguire, fermo restando che poi l’attività quotidiana la portano avanti loro. Cosi facendo ho messo assieme una decina di attività nei campi più disparati”.
Poi cosa è successo?
“Uberto Cardellini, che poi è diventato socio e con il quale ci conoscevamo già per altre attività, ha fatto da tramite tra loro e me. Un giorno di aprile 2014 mi presenta questi tre personaggi meravigliosi che hanno un’idea. Mi aveva già spiegato che avevano per le mani un carattere di stampa con il quale avevano già stampato libri e venduto a case editrici, quindi un’attività avviata in un certo senso. Dal punto di vista del puro investitore, eravamo già oltre la fase di idea in embrione. Non avevano bisogno di tanti soldi ma di qualcuno che li guidasse: loro sono non proprio giovani dal punto di vista anagrafico, non hanno idea di come si possa uscire dal perimetro delle case editrici che conoscono bene. Al termine delle tre ore di colloquio avevamo già il nome della società, il capitale sociale, la divisione delle quote e un bel business plan. Detto, fatto. Eccoci qui”.
Oggi Marco Canali come si definirebbe? Un investitore?
“Non ho fatto tutto questo per fare soldi. Se avessi voluto non sarei qui ora. Non che questa società non abbia potenziale, anzi. In pochissimo tempo passerà a dimensioni uniche ed impensabili, questo è l’augurio che faccio io a loro e la speranza di tutti. Ma mi sto divertendo a conoscere gente nuova, questo è il guadagno migliore. Idee nuove, occasioni nuove, pensieri nuovi, posti nuovi. È tutto estremamente stimolante”.
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