Difficilmente la vedremo mai circolare. La Italdesign Automobili Speciali Zerouno, mostrata al mondo durante il salone di Ginevra 2017, è il nonplusultra delle serie limitate: ne costruiranno solo 5 esemplari. Viene descritta come un’auto da competizione omologata per uso stradale.
Italdesign Automobili Speciali Zerouno
La Italdesign è la celebre azienda di progettazione fondata nel 1968 da Giorgetto Giugiaro. Sede a Moncalieri, ha disegnato centinaia di auto di ogni tipo, dalle utilitarie alle supercar, la maggior parte delle quali viene ancora oggi ricordata dagli appassionati e addetti ai lavori, anche perché molte hanno ottenuto un fortissimo successo commerciale (Volkswagen Golf e Fiat Panda su tutte).
Oggi Giugiaro non fa più parte di quest’azienda. Il gruppo Volkswagen che ne detiene la proprietà ha creato un nuovo marchio, appunto Italdesign Automobili Speciali. L’obiettivo è produrre vetture particolari per collezionisti, in serie ultralimitata. La supercar Zerouno ne è il primo esempio.
Il modo di lavorare in Italdesign, fin dalla sua nascita, prevede uno sviluppo parallelo di progetto e design, di struttura e stile. I due team lavorano contemporaneamente, si confrontano in continuazione fino ad ottenere l’equilibrio ottimale fra le due esigenze. Il risultato è quello che a Moncalieri chiamano design funzionale: ogni dettaglio dello stile deve avere anche uno scopo pratico; in altri termini, la forma definisce la funzione e viceversa.
Coupé ad altissime prestazioni
La Italdesign Automobili Speciali Zerouno è una coupé ad altissime prestazioni. La meccanica deriva dall’Audi R8, a cominciare dal motore V10 5.2 aspirato da 610 cavalli, montato nella classica collocazione posteriore centrale, a cui si aggiungono trasmissione a doppia frizione e sette rapporti e trazione integrale. Telaio in fibra di carbonio e alluminio. Basi solide sono sempre un ottimo biglietto da visita.
Design
Ma è il resto ad essere particolarmente speciale. Il design della carrozzeria (totalmente in fibra di carbonio) è assolutamente estremo. E’ stato affidato al team diretto da Filippo Perini. La zona superiore, cofano e tetto, si ricollega alle gran turismo italiane degli anni ’60. Invece la parte inferiore è dedicata all’aerodinamica spinta, ispirata alle monoposto di Formula 1. A cominciare dalla “narice” centrale sopra il muso, una feritoia che dirige l’aria in un condotto sdoppiato a forma di Y: l’aria entra da quella feritoia al centro, poi scorre fuoriuscendo da due aperture nella zona superiore ai lati del cofano anteriore; tutto ciò crea deportanza, cioè carico aerodinamico.
Altra soluzione raffinata è quella degli spoiler ad ali sovrapposte, collocati nella parte inferiore della vettura, sia all’anteriore che al posteriore. La loro posizione sospesa aumenta il carico. Le feritoie sui passaruota regalano un look aggressivo, oltre ad occuparsi di espellere l’aria calda. Anche i gruppi ottici hanno una funzione aerodinamica, poiché sono montanti all’interno delle ali. Infine anche i terminali di scarico piatti, in titanio, aiutano ad accelerare il flusso in uscita dei gas; interagiscono inoltre con il diffusore.
Interni
Gli interni sono totalmente personalizzabili, data l’esigua produzione. L’impostazione è comunque minimale, tutto in carbonio per contenere il peso, il quale però non è stato comunicato. Vengono dichiarate una velocità massima di 330 Km/h e un’accelerazione 0-100 in 3,2 secondi. Il prezzo? La bellezza di 1,5 milioni di euro. Esiste anche una versione “spinta” da 810 cavalli. Per questa servono 2 milioni.
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