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Benedetto Croce: le 13 frasi celebri più belle

Benedetto Croce
Benedetto Croce è stato il principale ideologo del liberalismo novecentesco del nostro Paese. Ecco le sue frasi celebri più belle.

Benedetto Croce, come parlare di un personaggio simile? Storico, filosofo, politico, critico letterario e scrittore. Una delle menti migliori del XIX e del XX secolo, nato il 25 febbraio 1866 a Pescasseroli, in provincia dell’Aquila, e morto a Napoli il 20 novembre 1952.

Benedetto Croce: ideologo del liberalismo novecentesco

Viene considerato come il principale ideologo del liberalismo novecentesco del nostro Paese ed esponente del neoidealismo. Insieme a Luigi Einaudi, è stato tra i fondatori del ricostituito Partito Liberale Italiano. Guida morale dell’antifascismo, fu addirittura proposto come presidente della Repubblica. Apprezzato anche negli Stati Uniti, come oppositore di qualsiasi totalitarismo.

Tra il 15 giugno 1920 e il 4 luglio 1921 ha ricoperto la carica di ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia. Poi ministro senza portafoglio del Regno d’Italia tra il 22 aprile e il 27 luglio 1944, senatore del Regno d’Italia tra il 26 gennaio 1910 e il 25 giugno 1946, senatore della Repubblica Italiana e, naturalmente, deputato dell’Assemblea Costituente.

Benedetto Croce: le 13 frasi celebri più belle

Queste sono le sue 13 frasi più celebri:

  1. La violenza non è forza, ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto distruggitrice.
  2. La poesia solo in piccola parte si trova negli innumerevoli libri detti di poesia.
  3. L’arte è visione o intuizione. L’artista produce un’immagine o fantasma; e colui che gusta l’arte vole l’occhio al punto che l’artista ha additato, guarda per lo spiraglio che colui gli ha aperto e riproduce in sé quell’immagine.
  4. La rappresentazione della realtà e la bellezza sono in arte la stessa cosa, e, dove si sente che manca la bellezza, manca nient’altro che la perfezione stessa del rappresentare.
  5. Ogni genuina conoscenza è conoscenza storica.
  6. Il bisogno pratico, che è nel fondo di ogni giudizio storico, conferisce a ogni storia il carattere di storia contemporanea, perché, per remoti e remotissimi che sembrino cronologicamente i fatti che vi entrano, essa è, in realtà, storia sempre riferita al bisogno e alla situazione presente, nella quale quei fatti propagano le loro vibrazioni.
  7. Strani questi italiani: sono così pignoli che in ogni problema cercano il pelo nell’uovo. E quando l’hanno trovato, gettano l’uovo e si mangiano il pelo.
  8. È proprio delle democrazie preferire in arte i valori scadenti ai genuini, che sono aristocratici e antiutilitari.
  9. L’arte non ha nulla da vedere con l’utile.
  10. L’errore non è mai puro, ché, se tale potesse essere, sarebbe verità.
  11. Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini.
  12. Nonostante che la loro natura sia astratta, di leggi non si è fatto e non si può far di meno.
  13. C’è chi mette in dubbio il futuro dell’ideale della libertà. Noi rispondiamo che essa ha più che un futuro: possiede l’eternità.

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