Una volta le chiamavano fuoriserie. Poi sono arrivate le supercar. Oggi non bastano più, ecco quindi le hypercar; potremmo definirle supercar al quadrato, ancora più costose, esclusive, potenti e inarrivabili. L’Aston Martin RB-001 è una di queste; per la precisione, lo sarà nel momento in cui la completeranno, poiché le prime consegne sono previste per il 2018.
Aston Martin RB-001
Un’Aston Martin è di per sé un’auto di livello superiore a quanto i comuni mortali possano normalmente permettersi. Se poi, come in questo caso, le viene iniettata una potente dose di Formula 1, allora saliamo ad una quota dove l’aria diventa particolarmente rarefatta. Si entra in quel ristrettissimo club dei 1.000, cioè dei modelli da oltre mille cavalli di potenza, dove per esempio non entra nemmeno nessuna vettura stradale Ferrari o Lamborghini, il che è tutto dire.
Perché parlavamo di Formula 1?
Forse perché la sigla RB sta per Red Bull; forse anche perché il progetto è di un certo Adrian Newey. Potremmo anche fermarci qui. Ma se proprio volete saperne di più, allora possiamo dirvi che il powertrain è ibrido, infatti il tradizionale propulsore V12 aspirato a benzina viene assistito da un motore elettrico. Insieme i due sviluppano, come detto, la bellezza di 1.000 cavalli. Il tutto per muovere una massa incredibilmente leggera, si parla di una tonnellata giusta giusta, grazie alla monoscocca interamente in fibra di carbonio. Un rapporto peso potenza 1:1 è qualcosa da brivido. Siamo molto vicini ad un prototipo LMP1, cioè le vetture della classe regina alla 24 ore di Le Mans. Viene attribuita un’accelerazione 0-300 Km/h in 10 secondi. No comment.
Due versioni
L’Aston Martin RB-001 verrà costruita in due versioni. Una omologata per uso stradale, i cui piani di produzione prevedono una cifra da 90 a 150 unità. Ci sarà poi una versione esclusiva per la pista, da costruire in 25 esemplari. Per quanto riguarda quest’ultima, lo stesso Newey ha dichiarato che sarà in grado di generare un carico aerodinamico di ben due tonnellate; la vettura sarà in grado di sopportare un’accelerazione laterale di 4 g. D’altra parte, da uno come Newey non si pretende nulla di meno.
Osservando il prototipo, notiamo l’assenza di ali. Perché la RB-001 non ne ha bisogno: il carico infatti è creato quasi completamente dalla parte sottostante della vettura, cioè il fondo. Ricapitoliamo brevemente le basi dell’aerodinamica per capire meglio: un veicolo in movimento nell’aria è sottoposto ad alcune forze che ne influenzano la direzione e la velocità; la resistenza all’avanzamento è la forza che l’aria stessa oppone all’auto quando essa si muove in avanti; i flussi d’aria attraversano la vettura, passando sopra e sotto di essa.
Se si fa in modo di deviare opportunamente tali flussi, applicando delle appendici in posizioni ben precise, l’aria che passa sotto risulterà meno densa (perché viene fatta muovere più velocemente) di quella che passa sopra. In questo modo si crea una differenza di pressione, maggiore sopra e minore sotto, che schiaccerà la vettura al suolo, aumentando quindi l’aderenza. E’ quello che si chiama effetto suolo; è l’effetto della deportanza, detta anche carico aerodinamico.
Si può ottenere deportanza tramite degli alettoni, davanti e dietro; oppure tramite dei condotti laterali (le minigonne); oppure tramite un’apposita conformazione del fondo della vettura, che deve essere piatto e in grado di creare appositi vortici che accelerano l’aria verso il posteriore, dove verrà estratta da un profilo chiamato diffusore o estrattore (o da una gigantesca ventola, come fece la Brabham per un Gran Premio nel 1978, vincendolo, prima che vietassero questa soluzione). Le monoposto di Formula 1 impiegano un misto di queste soluzioni, insieme a molte altre.
Adrian Newey invece ha scelto di concentrare l’apparato aerodinamico sul fondo. In questo modo ha consentito al designer della carrozzeria di fare a meno di ali. Questo riduce la resistenza all’avanzamento, di conseguenza aumenta la velocità di punta in rettilineo. Ora non resta che vedere all’opera l’Aston Martin RB-001. Ci vuole ancora un annetto di pazienza.
[Photo by www.astonmartin.com]