L’Alfa Romeo Giulia ha diverse personalità. Quella più esuberante è espressa dalla Quadrifoglio, una berlina dalle prestazioni paragonabili ad una supercar. Ma non può essere centrata sulla Quadrifoglio la strategia commerciale della casa per questo modello. E’ un’auto per pochi, dal punto di vista economico e proprio dal lato delle prestazioni: una potenza di 510 cavalli può essere sfruttata adeguatamente solo in pista ed esclusivamente da piloti esperti.
Alfa Romeo Giulia: la potenza su strada
Il compito della Quadrifoglio è trascinare l’immagine della Giulia come modello. Ma la competizione sul mercato viene affrontata dalle versioni normali. Quelle accessibili alla maggior parte dei clienti verso i quali è diretta. Certo, parliamo sempre di persone con disponibilità economiche non secondarie; tuttavia gli allestimenti “umani” Giulia, Super, Business e perfino Veloce non sono irraggiungibili. Soprattutto, permettono di essere condotte senza problemi anche da guidatori la cui professione non è quella del pilota.
Ma poiché un’Alfa Romeo ha sempre la vocazione sportiva, la Giulia anche più delle altre, analizziamo le versioni ordinarie di questo modello dal punto di vista delle prestazioni.
Trazione posteriore
Non partiamo però dai motori, bensì dalla trazione posteriore. Perché il vero punto di svolta della Giulia è questo: il motivo è tecnico ma anche e particolarmente simbolico.
Tecnico perché la guida sportiva su asfalto è meglio servita dalla trazione posteriore, almeno da certe potenze in su, per una questione di controllo della motricità e guidabilità della vettura; oppure dalla trazione integrale. Simbolico perché le grandi berline Alfa Romeo, quelle che ne hanno costruito la leggenda, hanno sempre avuto le ruote motrici posteriori, fino all’epoca della 75. Non trascurabile è anche il confronto con la concorrenza.
Infatti BMW, Mercedes e aggiungiamo anche Jaguar, hanno tutte sempre usato questa soluzione nei loro modelli più sportivi. Fondamentale per il piacere di guida è anche il perfetto bilanciamento dei pesi, al 50% tra i due assi, merito anche della scelta di montare il motore longitudinalmente (nella direzione del senso di marcia).
Motori
Arriviamo appunto ai motori. Quattro cilindri in linea, benzina e diesel, tutti sovralimentati con turbocompressore, soluzioni collaudate ma raffinate (i propulsori sono interamente in alluminio, anche quelli a gasolio). Cominciamo dai diesel, quelli che occuperanno la fetta più grande delle vendite, almeno in Europa. Il 2.2 parte dalla configurazione di potenza a 150 cavalli.
Potrebbero sembrare pochi al giorno d’oggi su un’auto di queste dimensioni; ma se confrontiamo il suo peso a vuoto (cioè veicolo+liquidi, senza conducente) di 1.374 Kg con quello della progenitrice 159 1.9 jtd, stessa potenza ma 1.490 Kg, vediamo che balla più di un quintale. Ciò fa una grande differenza in termini di prestazioni, tenuta di strada e guidabilità. Gli stessi alleggerimenti si riflettono su tutte le altre versioni.
Il turbodiesel da 150 cavalli raggiunge la potenza massima a 4.000 giri. La coppia massima è di 380 Newton metri, disponibili già a 1.500 giri, praticamente subito. Ancora confrontandola con la vecchia 159 di pari potenza, la coppia è salita di 60 Nm, 500 giri più in basso. In altri termini: la Giulia spinge che è un piacere, anche nella versione base. Tradotto in numeri, significa accelerazione da 0 a 100 Km/h in 8.4 secondi e velocità massima di 220 Km/h.
Tra le auto normali è difficile trovare di meglio, a parità di prezzo. Naturalmente c’è di più. Lo stesso motore è proposto anche con potenza da 180 cavalli a 3.750 giri, coppia invariata. Velocità di 230 Km/h e accelerazione in 7.2 secondi.
Su entrambe le versioni si può avere anche il cambio automatico ad 8 rapporti con convertitore di coppia, invece del manuale a 6 marce. A fronte di un peso salito a 1.445 Kg, la coppia aumenta a 450 Nm a 1.750 giri, mentre l’accelerazione scende rispettivamente a 8.2 e 7.1 secondi; velocità massima invariata.
La motorizzazione diesel più prestazionale è offerta sulla Giulia Veloce, dove la trazione è integrale (Q4, sempre posteriore con trasferimento fino al 40% di coppia all’anteriore in caso di necessità) e il cambio solo automatico. Peso 1.535 Kg. Qui i cavalli arrivano a 210 a 3.750 giri. La coppia massima è esuberante: ben 470 Nm, disponibili già a 1.750 giri. Per trovare di meglio (con raziocinio) si deve passare ai sei cilindri. La lancetta del tachimetro si ferma a 235 Km/h, mentre il cronometro misura un’accelerazione 0-100 in 6.8 secondi.
Ci sono anche i motori a benzina, adatti a chi non ha percorrenze annue elevate e ama trovare la potenza quando i giri sono alti, con relativo suono più piacevole. Qui il cambio è solo automatico. Il 2.0 di base (e che base), su un corpo vettura di 1.420 Kg, eroga la bazzecola di 200 cavalli a 5.000 giri; la coppia massima di 330 Nm si raggiunge a 1.750 giri, grazie turbo. Bastano per staccare un’accelerazione 0-100 in 6.6 secondi. Velocità massima 230 Km/h.
Arriviamo alla Giulia Veloce a benzina, l’ultimo stadio prima della stellare Quadrifoglio.
Il peso a vuoto è di 1.535 Kg. Il propulsore 2.0 viene in questo allestimento spinto fino a 280 cavalli, erogati a 5.250 giri. La coppia massima arriva a 400 Nm, tanti per un benzina a quattro cilindri, disponibili da 2.250 giri. Le prestazioni dicono 240 Km/h di velocità massima e 5.2 secondi nell’accelerazione 0-100. Sulla Giulia c’è sempre di che divertirsi.
[Photos by Bakerstreet Studio]
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