Nello spazio PinkMilano di Via Tertulliano 68 a Milano, abbiamo incontrato Stefano Giordano, ideatore e stilista del brand Stories, creato per chi è ambizioso e intraprendente, per chi è alla ricerca di qualcosa di nuovo e vuole uscire dal coro rivendicando la propria identità senza però rinunciare alla qualità.
Stefano è cresciuto nell’azienda di famiglia e sin da piccolo è stato a stretto contatto con i macchinari ed è proprio dall’ambiente industriale che trae le sue ispirazioni per le collezioni: linee decise e lineari, niente elementi gotici né sfarzosi. Ciò che predilige è la pulizia e la geometricità dei capi che hanno una loro personalità e si fanno notare.
Stefano, le tue collezioni sono ispirate alle geometrie dell’arte cubista con elementi di fauvismo: spiegaci meglio…
“Per mia natura amo tutto ciò che è lineare, pulito e geometrico e ho cercato di trasferire questa essenzialità di fondo alle mie linee: si parte da una base pulita alla quale poi si aggiungono elementi più complessi come delle stampe o quelle che io chiamo “mostrine”, ma anche questi elementi non sono mai eccessivi. Essi hanno un proprio sapore, una propria identità che rendono il capo unico e riconoscibile senza però renderlo pesante”.
La pulizia delle linee trova una corrispondenza anche nella scelta dei colori. Il bianco e il nero – a cui si contrastano i colori delle stampe – sono i colori base sui quali io disegno i miei modelli”.
“E’ anche vero che queste sono le mie prime collezioni, sicuramente nelle prossime ci saranno colori come il verde, il grigio e il rosso abbinati a colori più fluo (sto lavorando alla collezione A/W 2017che è ispirata all’ambiente boschivo)”.
Un punto di forza dei capi Stories è la qualità dei materiali…
“Sì, tutti i tessuti utilizzati provengono dall’Italia: il cotone, il jersey, la seta e la felpa laccata sono tutti made in Italy così come la produzione è interamente affidata a laboratori italiani. Anche le mostrine – che sono il punto do riconoscimento del brand – sono lavorate dall’azienda che produce le penne Montblanc e collabora con Bulgari; esse sono formate da ferro e marmo portoro e sono tutte diverse l’una dall’altra. Anche nelle mostrine si riconosce l’ispirazione meccanica: sono il risultato di una sovrapposizione in disegno di ingranaggi delle macchine”.
Anche nel nome delle tue collezioni ricorre il tema Macchina-Uomo.
“Sì, proprio perché cresciuto circondato da macchinari essi hanno sempre esercitato su di me un certo fascino, in particolare mi sono sempre interrogato sulla convivenza tra l’uomo e la macchina, così diversi ma così interdipendenti. Ad esempio “Fiori d’acciaio” – la collezione A/W 2016 – ha elementi sia naturali che industriali nel nome mentre “Stardust” – S/S 2017 – rappresenta il punto di intersezione tra l’uomo e la macchina: i sogni e le ambizioni umane che possono essere realizzate attraverso le macchine. In “Stardust” è presente anche un pizzico di follia ( la sua trascrizione sui capi è rappresentata dai glitter delle stampe) che è il motore che permette all’uomo di realizzare i propri sogni perché è solo attraverso delle scelte irrazionali e folli che si aprono nuove porte”.
“Roy” è il capo simbolo della collezione: ha lo stesso nome del protagonista di Blade Runner.
“Sì, è il mio film cult sia per l’ambientazione molto cupa e noir ma allo stesso tempo proiettata verso il futuro sia per la scelta dei costumi; credo che Ridley Scott sia stato un vero visionario in questa pellicola che è attuale ancora oggi, a distanza di vent’anni. Perchè quando un qualcosa è bello non ha confini né di spazio né di tempo: lo stesso discorso vale anche per la musica. Quando disegno creo delle vere e proprie playlist che chiamo come la collezione su cui sto lavorando e che mi accompagnano lungo tutto il processo creativo. Tra i gruppi prediligo i Goldfrapp – formatisi nel 1999 a Londra – e Moloko”.
Cosa ci dobbiamo aspettare dalle prossime collezioni Stories?
“Sto al momento lavorando sulla collezione A/W 2017 che trae ispirazione dall’ambiente boschivo: i boscaioli sono sempre molto organizzati soprattutto dal punto di vista dei tessuti dovendosi proteggere dal freddo e dalla pioggia. Per questo utilizzerò, oltre a colori legati a quell’ambiente che avranno anche dei dettagli fluo, materiali idrorepellenti, traspiranti e al contempo termici.
In questa collezione si vedrà l’evoluzione del brand che abbandona momentaneamente l’ambiente industriale vero e proprio per avvicinarsi a uno più naturale, senza però dimenticare che anche i boscaioli si avvalgono di grosse macchine e strumenti industriali per abbattere le piante”.
Così salutiamo Stefano, che aggiunge di avere in cantiere una grossa collaborazione con un noto ristoratore ma di cui non ci vuole svelare alcun particolare. Non ci resta che attendere di vedere realizzati i prossimi progetti di questo giovane e talentuoso stilista.
Qui il sito ufficiale. [Photo by ufficio stampa Stories]
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