Il primo dicembre 1955 avviene una cosa che è destinata a cambiare la storia: Rosa Parks si ribella alla segregazione dei neri sugli autobus. L’episodio succede a Montgomery, capitale dell’Alabama, alle sei del pomeriggio. Una sarta di 42 anni prende posto nell’autobus giallo e verde della Cleveland Avenue: sta tornando a casa dopo una dura giornata di lavoro.
Rosa Parks e il razzismo
Le leggi di segregazione, in vigore nell’America degli anni Cinquanta, non le permettono di sedere lì dove si è seduta. Quella zona è infatti riservata ai bianchi. Le persone dalla pelle nere devono sedersi in coda al mezzo. Quei posti, però, sono tutti occupati, Rosa non se la sente di fare tutto il viaggio in piedi. Dal 1943, è segretario della locale sezione del Naacp, l’Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore; pensa sia il momento che le cose cambino. Si siede dunque nella fila di mezzo.
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Un autobus verso la storia
Poche fermate e l’autobus è tutto pieno, con alcuni bianchi in piedi. L’autista, James F. Blake, le intima di alzarsi per cedere il posto ai primi. La donna rifiuta fino all’arrivo della polizia, che l’arresta per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine. La notizia ha già fatto il giro delle comunità afroamericane, sale l’indignazione. Nei giorni successivi, e per 381 giorni, va in scena il boicottaggio dei mezzi pubblici da parte dei neri. A guidare la protesta c’è un pastore protestante, Martin Luther King.
Il movimento, l’anno dopo, otterrà la prima vittoria: la Corte Suprema dichiara incostituzionale la legge sulla discriminazione razziale sugli autobus. Nel 1964 verrà approvato il Civil Rights Act e seguiranno altre vittorie fondamentali per la parità tra bianchi e neri. Rosa Parks nel 1999 è stata insignita della Medaglia d’oro dal Congresso americano. La sua storia ha ispirato il film La lunga strada verso casa, del 1990, con Whoopi Goldberg nei suoi panni.