Oggi vi vogliamo raccontare la storia di un giovane brand molto interessante: Moody. L’ispirazione di Moody nasce da alcuni bozzetti che Carlo Perissinotto, designer del brand, ha trovato sotto il sellino di un biciclo donato al suo bisnonno da un nobile dell’epoca.
Moody: il passato in chiave moderna
La rivisitazione in chiave moderna di questi, la sua creatività e la collaborazione con un suo amico designer di Los Angeles ha dato vita a Moody, una linea di occhiali da vista e da sole ispirati sì al passato, ma al contempo facilmente alzabili.
Valori fondamentali del brand l’altissima qualità dei materiali, sia per le montature che per le lenti, la leggerezza e la totale versatilità. Il componente principale è il metallo, sia per la montatura che per le viti viene utilizzato una tipologia di acciaio molto leggera ed elastica al fine di assicurare il massimo comfort.
L’alpacca viene usata per le parti più piccole – chiudicerchio, mancini e cerniere – perché è un materiale con buone caratteristiche meccaniche e resistenza alla corrosione. Cerchi e terminali sono realizzati in acetato di cellulosa e le lenti sono di altissima qualità e con lata protezione ai raggi UV400.
Occhiale versatile
Per dare maggiore aderenza alle colorazioni, tutte le montature sono sottoposte al processo di sabbiatura prima della galvanica. Moody è un occhiale totalmente versatile, infatti può essere tranquillamente indossato durante il giorno, ma ad un evento elegante sarà l’accessorio che non potrà passare innoservato.
Abbiamo incontrato Carlo Perissinotto, che ci ha raccontato la storia di Moody: “Ho sempre avuto una passione per l’occhiale come accessorio; avevo il desiderio di creare una mia linea di occhiali e non appena ho saputo dei bozzetti trovati sotto il sellino del biciclo del nonno ho immediatamente pensato che poteva essere l’occasione perfetta”.
E’ nata così una linea molto originale: “Degli occhiali originali e in linea con i trend del momento ma ponte con la storia passata – ha concluso Perissinotto – Una storia vicina alla mia famiglia e alla città che adoro cioè Venezia, luogo di ritrovo dei bozzetti”.