Il 19 novembre 1901 vede la luce la prima macchina per il caffè espresso. Tipo gigante con doppio rubinetto era un nome troppo lungo per ciò che avrebbe cambiato le abitudini alimentari di miliardi di persone nel mondo.
Per questo motivo, il milanese Luigi Bezzera ribattezzerà la sua macchina per il caffè espresso, che migliorava l’invenzione del torinese Angelo Moriondo (1884), mai entrata in commercio, ma presentata all’Esposizione del Valentino.
La prima macchina per il caffè espresso
Cinque anni dopo, l’aggeggio di Bezzera sarà presentato alla prima Fiera internazionale di Milano. Desiderio Pavoni, fondatore nel 1905 de La Pavoni Spa, acquisirà da Bezzera il progetto originario, cambiando nome alla macchina per il caffè espresso, che diventa Ideale.
Prima che il prodotto venisse commercializzato, esistevano già macchine da caffè, destinate a pub ed esercizi pubblici inglesi e tedeschi. Erano macchine costituite da una grossa caldaia dotata di beccuccio che permetteva di avere acqua bollente, alla quale aggiungere poi il caffè.
Ideale non forniva più solo l’acqua calda, necessario alla preparazione della bevanda, ma restituiva istantaneamente e velocemente un caffè già pronto da bere.
Questa fu la prima macchina a sviluppo verticale: un enorme cilindro con due rubinetti. Questo cilindro era in realtà una macchina a vapore, con una caldaia in ottone riscaldata e mantenuta costantemente in pressione da un fornello a gas posizionato sotto la caldaia. C’erano poi gruppi di distribuzione laterali ai quali venivano agganciati supporti all’interno dei quali era inserito il filtro per il caffè macinato.
Girando una manopola, l’acqua in ebollizione, unita al vapore, passava attraverso il caffè macinato contenuto nel filtro a una pressione di 1.5 atmosfere. Dopo un solo minuto, il caffè colava direttamente nelle tazzine ed era pronto per essere servito.
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