Conoscete la Covini C6W Evolution? Allora continuate a leggere. E’ molto probabile che il nome di Ferruccio Covini risulti sconosciuto al grande pubblico. Tuttavia si tratta di un ingegnere italiano fra i più innovativi. L’azienda che porta il suo nome, la Covini Engineering, progetta prototipi di supercar dai primi anni Ottanta. L’ultima creazione è la Covini C6W, nata nel 2008 e seguita alla fine del 2015 dall’aggiornamento C6W Evolution.
Covini C6W Evolution: un’auto speciale
Perché questa vettura è speciale? E’ presto detto: ha sei ruote. Tale dettaglio scatenerà immediatamente i ricordi degli appassionati di Formula 1, infatti richiama alla memoria la celebre e poco fortunata Tyrrell P34. Partecipò a 30 gran premi fra il 1976 e il 1977, riuscendo anche a vincerne uno, in Svezia nel 1976 con Jody Scheckter; si trattò di una doppietta, poiché al secondo posto si classificò il compagno di squadra Patrick Depailler.
Progettata da Derek Gardner, questa vettura aveva tre assi, due dei quali all’anteriore ed entrambi sterzanti. L’idea consisteva nel cercare una migliore efficienza aerodinamica ed un superiore inserimento in curva. La Goodyear progettò pneumatici speciali più piccoli. Il comportamento della P34 era buono in curva, come previsto. Tuttavia non dava significativi vantaggi nelle prestazioni complessive. Inoltre le gomme anteriori tendevano a surriscaldarsi e la Goodyear non ne curò lo sviluppo. Quindi alla fine del 1977 il progetto venne abbandonato.
Facciamo un salto di più di 30 anni e siamo al 2008. La Covini decide di riprendere questa idea e applicarla ad una vettura stradale. Il motivo della scelta, come spiegato dallo stesso Covini, risiede nella necessità di trovare una soluzione fuori dagli schemi per crearsi una nicchia nel ristretto, ma densamente popolato da giganti, panorama delle supercar. Proporre infatti tecnologie innovative permette di ottenere più facilmente i finanziamenti necessari allo sviluppo. Perché Covini è soprattutto un progettista di prototipi più che un costruttore. Infatti la produzione si aggira intorno ad un esemplare all’anno.
Due assi sterzanti anteriori
Anche la C6W segue lo schema della Tyrrell con due assi sterzanti all’anteriore. Non dovendo partecipare a delle competizioni e potendo contare su componenti collaudati di normale produzione, la Covini può evitare i problemi dell’antica Formula 1 conservando invece i vantaggi consentiti da questa soluzione tecnica. Vale a dire innanzitutto una migliore sicurezza sul bagnato: infatti il rischio di aquaplaning diminuisce, non solo perché le ruote più piccole hanno una maggiore impronta a terra ma anche perché i pneumatici del secondo asse anteriore consentono di mantenere la direzionalità eventualmente persa dal primo asse durante lo slittamento, riuscendo poi a smaltire l’acqua residua in eccesso grazie al “secondo passaggio”.
Inoltre, essendoci sei ruote a garantire il contatto sull’asfalto, la vettura ha una maggiore tenuta in curva. Migliora anche la frenata, perché la forza frenante va ripartita su una superficie complessivamente più ampia ma lo sforzo per singola ruota è inferiore, quindi diminuisce la produzione di calore.
Gli svantaggi teorici derivano dalla maggiore complessità meccanica e dal maggiore peso che provocano un aumento dei costi di produzione e manutenzione. Tuttavia alla Covini ritengono che l’effettiva complessità generale non è così elevata come potrebbe sembrare, quindi le differenze rispetto alle vetture convenzionali tenderebbero ad annullarsi.
Roadster o Spider
La Covini C6W è una roadster o spider che dir si voglia; due posti secchi, motore e trazione posteriori. Il propulsore di derivazione Audi è collocato in posizione longitudinale (cioè l’albero motore è parallelo al senso di marcia della vettura); frazionamento V8, 4.200 centimetri cubici, aspirazione atmosferica, iniezione diretta, 440 cavalli di potenza massima a 6.400 giri e 470 Newton metri di coppia massima a 2.700 giri. Cambio meccanico a sei rapporti con comando robotizzato al volante o, a scelta, tradizionale. Le quattro ruote anteriori hanno cerchi da 15 pollici, mentre alle due posteriori sono da 20.
Il telaio è in tubolari d’acciaio con rinforzi al carbonio, mentre la carrozzeria è in vetroresina e fibra di carbonio. La massa complessiva è contenuta, solo 1.150 Kg, così come la lunghezza è compatta, 4,18 metri nonostante un asse in più. Tutto ciò si traduce in una velocità massima di 300 Km/h. La C6W Evolution del 2015 ha migliorato il motore, che ora dispone di 445 cavalli e consente una velocità massima di 330 Km/h.
Ferruccio Covini ha sempre fatto dell’innovazione la propria filosofia. Ricordiamo infatti l’auto del 1981. Nome in codice B24, soprannominata Sirio. Le ruote erano “solo” 4, la configurazione sempre quella di una berlinetta sportiva a due posti. La sua particolarità era nel motore. Era un turbodiesel 2.4 a quattro cilindri costruito dalla VM, erogava 130 cavalli. La B24 fu la prima auto stradale diesel a superare i 200 Km/h. Nel 1998 arrivò l’evoluzione massima con la C36 Turbotronic. Sempre un turbodiesel VM, sei cilindri in linea da 313 cavalli, permetteva di raggiungere i 300 Km/h, grazie anche alla sofisticata aerodinamica. Avanti sui tempi, sempre.
[Photo by Covini sito ufficiale]