Il 21 marzo di ogni anno, il mondo intero osserva la giornata mondiale contro il razzismo. Questa ricorrenza istituita ufficialmente il 1966 dalle Nazioni Unite, ricorda e condanna il massacro di Sharpeville, avvenuto in Sudafrica nel 1960, durante la giornata più sanguinosa e criminale dell’apartheid.
Giornata Mondiale contro il razzismo: la surreale vicenda
Il 21 marzo del 1966, il Pan Africanist Congress organizza la manifestazione di Sharpeville per protestare contro il decreto governativo dello Urban Areas Act: un ordinamento giudiziario che consiste nell’esibizione di uno speciale permesso da parte dei cittadini sudafricani neri, in caso di controllo della polizia in un area riservata ai bianchi. Gli oltre cinquemila manifestanti accorsi verso le ore dieci del mattino presso la stazione di polizia di Sharpeville, si dichiarano sprovvisti di lasciapassare e chiedono alla milizia l’arresto: i militari sudafricani rispondono con lo schieramento di veicoli blindati e forme d’intimidazione nei confronti della folla. Verso le ore 13:15 di quello stesso giorno, gli agenti decidono di optare verso una soluzione inumana, a danno delle migliaia di contestatori di colore: volano proiettili, dilaga la violenza e secondo i dati ufficiali vengono uccise oltre 69 persone, tra cui otto donne e dieci bambini, e ferite altre 180. Stando a quanto riporta l’enciclopedia libera, tra i probabili motivi che spingono gli ufficiali ad aprire il fuoco figurano il lancio di oggetti, l’inesperienza ed il nervosismo di alcuni poliziotti colpevoli di aver commesso il fatto in mancanza di ordini in merito e l’eccessiva violenza immotivata, utilizzata anche per disperdere una folla praticamente disarmata nel corso della fuga: molte delle vittime vengono infatti colpite alla schiena.
I mass media documentano i fatti
La notizia del massacro avvenuto a Sharpeville spinge il governo sudafricano a varare il 30 marzo la legge marziale, un sistema di governo in cui le consuete leggi imposte dallo stato vengono temporaneamente soppresse ed i tribunali militari gestiscono in quel frangente la normale amministrazione giudiziaria. Il primo aprile del 1960, le Nazioni Unite condannano ufficialmente l’operato del governo africano con la risoluzione 134: ha inizio il progressivo isolamento internazionale del National Party e l’estromissione del Sudafrica da parte del Commonwealth.
Termine dell’Apartheid
La politica di segregazione razziale adottata dal governo sudafricano in seguito all’inizio del dopoguerra, diviene crimine internazionale in seguito ad una convenzione adottata dalle Nazioni Unite nel 1976 e votata dall’assemblea generale nel 1973. Rimasta in vigore fino al 1993, questa pratica inumana imposta dall’etnia bianca ha coinvolto in passato anche i cittadini africani della Namibia.
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