Al Salone di Detroit è possibile ammirare la BMW M2. Ma non corriamo troppo. Ecco una storia interesante. E’ il 1916. Nel pieno della prima guerra mondiale nasce in Baviera una società che si lancia nel promettente business dell’aviazione; il suo obiettivo è costruire motori d’aereo da fornire al Kaiser. La società si chiama Bayerische Flugzeugwerke, azienda d’aeroplani bavarese; un anno più tardi cambierà il nome in Bayerische Motoren Werke, azienda di motori bavarese; abbreviato, BMW. Il suo simbolo, una doppia elica stilizzata, a testimoniare l’attività aeronautica.
Siamo nel 2016. E’ passato quasi un secolo, la storia è nota: dagli aerei alle moto e poi (1929) le auto. Cento anni di produzioni sopraffine, sempre contrassegnate dall’esaltazione del piacere di guidare. Un piacere che gira intorno ad una lettera dell’alfabeto, la M. Questa lettera indica i modelli della casa dalle prestazioni più elevate. Come la M2 Coupé, il cui palcoscenico d’esordio, in anteprima mondiale, è il salone di Detroit 2016. Da qualche anno la nomenclatura delle BMW M è cambiata: se alla lettera segue un numero dispari, si tratta di una berlina, quindi M3 ed M5; il numero pari è invece la versione coupé (o cabriolet) della berlina dal numero precedente, dunque M4 ed M6. Tuttavia la BMW M2 è un’altra novità, poiché non esiste una berlina M1. Esiste invece la 1M Coupé, di cui la M2 oggi prende il posto.
BMW M2: grandi prestazioni
Al di là della confusione terminologica, la sostanza è quella di sempre: prestazioni elevatissime unite a grandi doti di guidabilità, sempre circondati dalla giusta dose di lusso. Questa volta però in un corpo macchina compatto, quindi ancora più agile. Lasciamo agli specialisti le cifre che fotografano la bontà tecnica di questa nuova BMW. Ricordiamo in questa sede solo il dato della potenza massima, 370 cavalli. Bastano. L’accelerazione fulminea da 0 a 100 Km/h avviene in poco più di 4 secondi. Significa sentire una piacevole sensazione di essere schiacciati contro il sedile. La sicurezza è garantita da una meccanica raffinata e da un’elettronica allo stato dell’arte.
BMW M2: vera sportiva
Per comprendere meglio cosa può dare la BMW M2 ai fortunati che possono permettersi di comprarla, proviamo a descrivere ciò che si prova al volante di una BMW M, non importa quale modello e nemmeno di che epoca: cambia la tecnologia ma le sensazioni restano simili. Entri nell’abitacolo, sei in posizione molto bassa, da vera sportiva; quelle tre strisce colorate, azzurra, blu e rossa, significano BMW Motorsport e ti portano con l’immaginazione in pista. Una volta erano affisse sulla corona inferiore del volante, oggi vengono visualizzate sul grande display centrale come messaggio di benvenuto. In un attimo trovi la posizione corretta di guida e sei completamente avvolto da sedili che non dimenticano l’anima sportiva. (qui il sito ufficiale BMW)
Accendi il motore e anche le orecchie ti dicono che lì sotto c’è qualcosa di possente e cattivo (in senso buono). Oggi le trasmissioni sono automatiche anche e soprattutto nelle auto sportive, niente pedale della frizione: lasci il freno, acceleri e vai. Mentre le ruote si aggrappano all’asfalto il motore accelera con una progressione infinita, la potenza sembra non finire mai e quasi non ti accorgi che invece ad essere terminato è il rettilineo. Frenata perfetta, scalata fulminea regalata dalla trasmissione a doppia frizione ed è il momento di sterzare. Ti basta pensare a dove mettere le ruote e lei è già lì, precisa, perfetta, sicura e veloce, pronta a riallinearsi e lanciarsi nuovamente sul dritto.
Mentre sei accompagnato da quella superlativa sinfonia di cilindri, la fantasia si accende e ti senti al Nürburgring, ad Hockenheim, a Monza, ad Indianapolis, a Le Mans. Non vorresti mai scendere: questo vuol dire guidare una BMW M, oggi come ieri. (qui il sito ufficiale NAIAS 2016)
[Photo by BMW ufficio stampa]