Quando ho la febbre penso troppo. E finisce che poi scrivo. Voglio parlare (scrivere) del cuore di Twitter. La grande novità social del momento. Il cambiamento epocale che regala un nuovo volto al mondo dei tweet. La cronaca di una morte annunciata della stellina, restata a splendere fin troppo, ci ha regalato un cuore (qui il post sul blog di Twitter). Semplice. Ma partiamo dall’inizio, così facciamo un giro talmente lungo da dimenticarci dove vogliamo arrivare. Partiamo da Facebook e dal 4 febbraio 2004. Quel giorno Mark Zuckerberg ha cambiato il mondo web per sempre. Senza rendersene conto mise la parola fine alla parola “privacy” e iniziò a catalogare ogni essere vivente. Il like di Fb divenne una vera e propria icona e la domanda che tutti si fanno ancora oggi è sempre la stessa: “Hai messo uno status nuovo? E quanti like hai fatto?”.
Poi toccò a Twitter. Venne partorito nel marzo del 2006, ma fu aperto al pubblico (social) solo il 15 luglio 2006. Solo 140 caratteri, una usabilità non semplicissima e uno stile davvero geek. Divenne subito il social network degli smanettoni, dei veri pirati del web. Dei blogger della prima ora. Instagram nacque il 6 ottobre 2010 e trasformò tutti noi in fotografi. Bastava uno scatto con lo smartphone, un filtro e via. “Quanti like hai fatto con la tua foto?”.
I like fanno girare il mondo
Eccola. La domanda ricorrente. “Quanti like hai fatto?”. E’ qui che tutto gira. I social network sono il megafono del nostro egocentrismo. Qui siamo il Grande Fratello di noi stessi. Se cercate su Google “avere tanti like su Facebook” trovate quasi 800mila risultati. C’è anche un post di Aranzulla in merito e questo spiega quanto sia grande la richiesta. E migliaia di altri contenuti riguardano Instagram e la nostra ostinata ricerca di affermazione. Un like dopo l’altro. Sapete quanti like facciamo su Fb in 60 secondi? Attorno ai 2 milioni. Una droga generata dagli stessi consumatori. Mica la met di Walter White. Un circolo vizioso senza fine. Geniale.
Ma in tutto questo marasma dove stava Twitter? Continuava ad essere un social elitario, fatto di piccoli Oscar Wilde alla ricerca di aforismi perfetti in soli 140 caratteri. Twitter è sempre stato uno strumento utile per capire i sentiment della rete, per seguire da vicino un evento, una catastrofe o il proprio vip preferito. Ricordate i primi tweet di Ashton Kutcher e Demi Moore? Lui fotografava la moglie appena sveglia. Lei si faceva una selfie dal dentista. Era come vivere con loro. Anzi, era come essere loro amico. Facebook non sarà mai così. Facebook è una gigantesca portineria dove tutti si fanno i cazzi degli altri. Twitter è un posto stupendo che non tutti conoscono e dove non tutti si sentono a proprio agio. Ma in tutto questo c’è sempre stato un grande mistero: la stellina.
Twitter e quella misteriosa stellina
Riporto direttamente dal web: “La stellina di Twitter nasce con uno scopo preciso, quello di contrassegnare un tweet come favorito e di inserirlo in una lista ricontrollabile in qualsiasi momento da te ma anche da chiunque altro” (da seocial.it). Alzi la mano chi lo sapeva. Sarete dieci, non di più. Alzi la mano chi usava i preferiti proprio per questo scopo. Alzi la mano chi ha davvero utilizzato le stelline nel modo corretto fino all’ultimo giorno. Se davvero ci siete, meritate l’etichetta di eletti.
Con il passare del tempo e la crescita della popolazione su Twitter, la stellina è diventata un surrogato del like di Facebook. Mi piace, clicco la stellina. Ma a cosa serviva? A nulla. Ho sempre odiato la stellina. “Oh, ti ho stellinato!”. Eh, ma fammi un retweet, che almeno mi dai visibilità. La stellina a cosa mi serve? Non a caso anche il mitico @lddio una volta scrisse un ottimo post (su leonardo.it) dove diceva che gli utenti “hanno preso la malsana abitudine di stellinare i tweet, probabilmente perché arrivando da Facebook, e ragionando ancora da Facebook, si vede il retweet e si pensa che sia l’equivalente del Condividi, e si vede la stellina e si pensa che sia l’equivalente del Mi Piace”. Non fa una piega. Ma ora tutto cambia.
Non sono nella testa di Jack Dorsey e non so che cosa gli sia passato per la mente nel corso degli ultimi 12 mesi. Molti hanno parlato di Twitter come di un social in crisi. Non ci ho mai creduto, ma penso che questa banale novità possa dare una bella spinta. Forse era proprio un cuore quello che mancava. Probabile che la guerra fredda con Meerkat e la nascita di Periscope (sai usarlo bene?) abbiano acceso nuovamente motivazioni e creatività al team di Twitter. Il percorso di questi mesi ha portato a una decisione in fondo molto semplice: portare il “cuoricino” di Periscope su Twitter. In questo modo hanno ottenuto un doppio risultato: da una parte hanno legato indissolubilmente i due social, dall’altra hanno finalmente regalato a Twitter il proprio like. “Hai twittato? E quanti like hai fatto?”. Eccolo. Il cerchio che si chiude.
Twitter è un social unico nel suo genere
Twitter è immediato, veloce, piace ai giovanissimi. Piace alle star e piace ai geek di una fascia medio/alta. E’ da sempre il social di chi ama internet, ma odia la massa di Facebook. Quando Fb va in down, il popolo di Twitter si lamenta perché tanta gente poco avvezza a cinquettare si riversa immediatamente sul “loro” social. Ora il cuore può cambiare le cose. Aprire nuovi confini. Sul profilo Periscope si vede in maniera chiara quanti cuori hai ricevuto in totale durante le tue dirette. Io guardo quanti cuori ha un mio collega, lui guarda quanti ne ha un blogger amico e così via. Inizia una gara, tutti vogliono vincere. Io durante le mie dirette Periscope lo dico apertamente: “Dai, regalatemi un po’ di cuori”. Lo stesso accadrà su Twitter. Presto il numero di cuori ricevuti sarà ben visibile sotto la nostra foto. Sono pronto a scommetterci. Aumenteranno le interazioni, crescerà il minutaggio di chi su Twitter non ci ha mai vissuto veramente. Quelli che passano da Twitter solo quando Fb è down inizieranno a capirlo. E scopriranno che è un posto davvero bello.
Inoltre il “cuoricino” (non dimentichiamoci che arriva anche su Vine) sarà utile per chi utilizza i social per progetti e strategie web. Twittare qualcosa e ottenere tanti cuori quanti su Instagram avrà un valore diverso (utile) rispetto alle anonime stelline di prima. Insomma, è bastato togliere una stella e mettere un cuore per cambiare del tutto un social network come Twitter. I grandi cambiamenti spesso si nascondono nelle piccole cose. E poi una volta Archimede disse: “Datemi un like e vi solleverò il mondo”. Ne sono (quasi) certo. Disse proprio così. Sì, sì. Ciao.
LINK UTILI:
Ho smesso di cliccare “mi piace” su Facebook: ecco cosa è successo (Medium.com).
Ho messo “mi piace” a tutto su Facebook: ecco cosa è successo (Wired.com).
Twitter ha sostituito la stellina con il cuore (ilpost.it).
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