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Pray For Paris: stai sereno, non hai ragione tu

Pray For Paris - Guerra, Henri Rousseau
Pray For Paris: non hai ragione tu. Perché solo ai pazzi si dà sempre ragione. E purtroppo in questo Mondo la Pace è solo una situazione di stallo.

Io avrei voluto esserci. Comincio così, almeno non perdi tempo ad indignarti. Lo fai dalle prime quattro parole. Avrei voluto esserci perché da qualsiasi lato io cerchi di psicanalizzarmi resto comunque una persona che vuole raccontare le cose. La vita, le storie e la morte. Avrei voluto esserci perché tutti fanno finta di niente, fino a quando non vanno a sparare sotto casa loro. Perché quando vedi un barbone sdraiato per terra giri la testa dall’altra parte. Tanto a me non succede. Perché se non è colpa mia, io me ne frego. Perché non è mai colpa mai. Perché me ne frego a prescindere. Fino a quando non capita a me.

Avrei voluto esserci perché quando l’orrore ci si piazza davanti agli occhi dobbiamo guardarlo in faccia. Fare finta di niente genera ignoranza. L’ignoranza genera violenza. E la violenza è come un cancro. Ti uccide. E lo fa giorno dopo giorno.

Avrei voluto esserci perché sono un blogger e un giornalista. A un amico e collega su Twitter l’ho scritto: “Essere giornalisti è un modo di essere, non un lavoro”. Ho twittato fino a notte fonda per informare le persone che forse erano mezze sbronze in discoteca. Per quelli che passavano la serata con la fidanzata. Con gli amici. Per quelli che si riposavano sul divano. Per quelli che stavano festeggiando la fine di una dura settimana di lavoro. Per mostrare ai bimbiminkia schiavi degli One Direction che purtroppo la vita fa schifo. Sì, fa schifo. Lo so che ti indigni se te lo dico. Ma sei tu a doverla rendere speciale. Siamo noi a doverla rendere bella. Se non facciamo nulla, se ci giriamo dall’altra parte, allora sarà la fine.

Avrei voluto esserci per mostrare a tutti quello che un uomo può fare in nome di un dio, di una religione, di un ideale. Di una cosa qualsiasi che ha deciso di trasformare nella sua unica ragione di vita e di morte. Ma non mi interessa chi ha ragione. Chi è il buono. Chi è il cattivo. Mi interessa fare informazione, perché tutti sappiano quello che accade e possano riflettere.

Poi, quando per terra resta troppo sangue, ti fermi a guardare e vedi che il mondo si stringe attorno alla Francia. Vedi un hashtag come #PrayForParis unire i popoli. Tutti i popoli. Ma anche nella solidarietà nascono i conflitti. C’è chi attacca la prima pagina di Libero (“Bastardi Islamici”) con una dialettica aggressiva quanto quel titolo. C’è chi dice che mettere i colori della bandiera francese sulla propria foto profilo di Facebook non serve a nulla. C’è chi dice che il tweet del musulmano che si dice addolorato sia solo un fake. C’è chi dice che bisogna fare silenzio. C’è chi dice che bisogna urlare. C’è chi dice che è colpa di tutti gli altri, tranne lui. E chi dice che la colpa è nostra o di qualcuno che alla fine ci sta tremendamente sul cazzo. Di chi è diverso. C’è chi dice che le colpe sono impresse nella storia e che la storia si sta vendicando. Vittime che tanto tempo fa erano carnefici. Carnefici del presente, figli di vittime del passato. Tutti hanno ragione. Tutti vogliono avere ragione. Ma la verità è che non c’è ragione, non c’è nessuna verità universale. E il solo pensare di sbandierare la propria come l’unica possibile ci rende violenti. Intolleranti. Razzisti. Integralisti. Intellettualmente violenti. Monarchi di un pensiero che deve diventare comune. Io dico, tu devi essere d’accordo. Punto. Pochi accettano il parere altrui. Pochi lasciano che ognuno provi a dimostrare la propria solidarietà come reputa più giusto. Pochi ascoltano senza parlare a sproposito. Pochi sanno che è nel confronto che si cresce. E magari si cambia il mondo. Si cresce parlando senza nessuna ambizione di vittoria. Senza la presunzione di conoscere la pura verità. Senza pensare che siamo i soli ad avere la soluzione.

Perché io sono un cinico. E davanti a certe tragedie so esserlo in modo glaciale. Lo so che sei indignato dalle mie parole. Mi dispiace, ma ci vuole cinismo di fronte a certi eventi che generano un dolore lancinante. Ci vuole cinismo per convivere con le cicatrici indelebili che ci resteranno nel cuore e nella mente. Non esiste un’unica verità. Bene e male a volte si abbracciano così forte da non riuscire più a vedere i contorni di uno e dell’altro. Nel nostro Mondo sempre più in vacca, la Pace è solo una situazione di stallo che non regge mai più di un tot. La guerra, il conflitto, è la nostra condizione naturale. Fatevene una ragione. Siamo bestie a due zampe. Ci piace definirci esseri umani. In fondo ci fa comodo. Perché la sera, quando spegniamo la luce, vogliamo dormire sereni. Fino a quando non capita a noi. Fino a quando non ti sparano in faccia, senza un motivo logico. Sempre che ce ne sia mai stato uno. Quindi stai sereno e dormi. Tanto non hai ragione tu.

PRAY FOR PARIS: LINK UTILI (per riflettere)

[Immagine in apertura: Guerra, di Henri Rousseau. E’ un dipinto ad olio su tela di cm 114 x 195 realizzato nel 1894. Il cavallo è totalmente opposto al cavallino bianco rappresentato ne “La carriole du père Junier”: nero, selvaggio e col pelo irto, porta su di sé una donna armata, brutta e selvaggia: ciò significa che la guerra porta primitività. Il cavallo rappresenta la forza bruta della guerra. Nella parte inferiore del dipinto sono rappresentati gli effetti della guerra, dei cadaveri con dei corvi che se ne cibano. Gli alberi spogli ed i rami spezzati creano un panorama di desolazione ed alludono alla morte anche se l’uso del colore rosa per le nuvole e l azzurro sgargiante del cielo non ci permettono di percepire la drammaticità dell’evento. La composizione è piramidale (struttura inventata da Leonardo Da Vinci);alla base ci sono i cadaveri, mentre la donna è sul vertice. È conservato al Musée d’Orsay di Parigi. Wikipedia]

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