Al IAA 2015 è impossibile non fermarsi ad ammirare la Porsche 911 Carrera. Quale parola è la più adatta ad indicare un’automobile sportiva, dopo Ferrari, ovviamente? La risposta è facile: Porsche. Lo dimostrano i decenni di successi nelle competizioni di ogni categoria e livello, dalla Formula 1 alla 24 ore di Le Mans, passando per i rally e le cronoscalate, fino all’infernale Dakar. Molta acqua (o benzina) è passata sotto i ponti dall’epoca artigianale della 356 del dopoguerra, costruita da Ferdinand Porsche (la sua storia) negli ultimi anni della propria vita su meccanica del Maggiolino Volkswagen, la sua creazione più famosa. Oggi le Porsche sono sopraffini esempi di alta tecnologia, vere supercar che rendono orgogliosi i ricchi proprietari in grado di permettersele. E ogni tanto gli ingegneri amano rompere le convenzioni, perché si rendono conto che l’evoluzione non può essere ostacolata dalle nostalgie. Per 34 anni, dal 1963 al 1997, tutte le 911 furono raffreddate ad aria. Quando arrivò la serie 996 raffreddata ad acqua, molti si stracciarono le vesti e gridarono all’eresia. Ma fu il prezzo da pagare per rimanere al passo con i tempi e la concorrenza.
Porsche 911 Carrera: potenza di stile
Nei giorni del salone di Francoforte 2015 la casa di Stoccarda presenta una mezza rivoluzione di pari portata, sebbene anche qui si tratti invece di una logica evoluzione. La Porsche 911 Carrera arriva al secondo restyling della serie 991 galoppando su potenti motori turbo. E’ la prima volta: fino ad ora il modello sovralimentato era la 911 Turbo, mentre la Carrera ha sempre avuto motori aspirati. I tempi e le normative cambiano. Anche le supercar devono tenere conto dei consumi di carburante, perché i consumi sono direttamente proporzionali alle emissioni di sostanze inquinanti allo scarico. E le leggi americane ed europee sono diventate molto stringenti. L’avanzamento dell’elettronica ha consentito la progettazione e la gestione di motori sovralimentati infinitamente più efficienti di quelli degli anni ’70 e ’80. Al punto da rendere questa scelta spesso preferibile all’aspirazione naturale e alle elevate cilindrate. Ecco quindi trovare anche sulla Porsche 911 Carrera, nella caratteristica posizione posteriore a sbalzo (cioè dietro l’assale) e nella tradizionale conformazione boxer, due belle turbine collegate al motore a 6 cilindri. Quale effetto ha comportato il biturbo? 20 cavalli di potenza in più, 60 Newton metri di coppia ulteriore e circa 1 litro di benzina in meno ogni 100 Km. Sembra poco? Ricordiamoci che la versione precedente partiva da 350 e 400 cavalli. Più alta è la potenza iniziale, più ridotti e difficili diventano gli incrementi. Soprattutto se la cilindrata diminuisce. Infatti il nuovo motore ha un volume di 2.981 cc, contro i 3.400 e 3.800 delle Carrera e Carrera S serie 991.1. La 911 Carrera 991.2 eroga 370 cavalli a 6.500 giri e, soprattutto, una coppia massima di 450 Nm disponibile da 1.700 a 5.000 giri. La Carrera S ha 420 cavalli e 500 Nm negli stessi regimi di rotazione. Il limitatore è per entrambe impostato a 7.500 giri. In parole povere: la nuova Porsche 911 Carrera spinge di più e spinge sempre. E consuma anche di meno.
Non dimentichiamo le altre raffinatezze. Dalla Turbo e dalla GT3 arriva ora anche sulla Carrera S, come optional, l’asse posteriore sterzante dinamico. Vuol dire che i cambi di direzione diventano molto più precisi, rapidi e sicuri. E quando si guida in città, è un tocco di classe il sistema di sollevamento idraulico sull’asse anteriore. Al tocco di un pulsante, la distanza da terra sotto lo spoiler frontale aumenta di 4 cm, così percorrere le rampe non diventa un incubo.
Quanto va forte la Porsche 911 Carrera?
Guadagna 2 decimi in accelerazione, che sono tanti. Con pacchetto Sport Chrono, nella coupé lo scatto 0-100 avviene in 4.2 secondi sulla Carrera e 3.9 sulla Carrera S. Velocità massime rispettivamente di 295 e 308 Km/h. Possono bastare. (qui il Sito ufficiale Porsche)
[Photo by Stylology.it]
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