La vita è un cerchio. Fai un sacco di cose, poi a volte torni al punto di partenza. Succede anche sul web. Sempre la solita storia. Si finisce a parlare di Chiara Ferragni. E a seguire di Chiara Biasi. Le troniste di internet. Blogger non blogger, starlette de noantri, veline dello showbiz 2.0. Chiamatele come volete.
Il discorso sarebbe lunghissimo, ma taglio la testa al toro e la sparo grossa: il fashion blogging è morto e sepolto. C’è chi strizza l’occhio al mondo del food, chi si butta nel beauty, chi racconta i propri viaggi. Ma di fashion non è rimasto più nulla. Solo tante belle foto appiccicate ad una scatola vuota. Si contano sulle dita di una mano le fashion blogger che stimo davvero (i nomi sono custoditi in un caveau in località sconosciuta) e con le quali lavoro, perché ormai nessuno pensa più ai contenuti. Conta l’immagine: sorrido leggendo il post di LesCahiers che critica la deriva presa da alcuni personaggi nati grazie al web. LesCahiers negli ultimi anni ha cavalcato l’onda creata proprio da questi personaggi, ora alza la voce e punta il dito in maniera velata. Bizzarro e buffo leggere cose che scrivevo ad aprile 2012 su Blogosfere (La blogosfera si è liberata di Chiara Ferragni: tre gradi di separazione). Passo oltre. Che qui c’è da parlare di cose serie.
Chiara Ferragni e le parole importanti
Nanni Moretti lo urlava: “Le parole sono importanti”. Io lo ripeto tutti i giorni. Senza i contenuti il resto vale zero, ma il sistema non si è mai interessato dei contenuti. Il sistema vuole i numeri. E se a dominare sono solo i numeri è giusto che Chiara & Chiara siano le Regine del web. La Ferragni conta 4 milioni di followers (guarda) su Instagram, che paragonati ai 300mila di Lorenzo e 150mila di Tiziano Ferro dimostrano la sua incredibile portata mondiale. Lady Gaga ne ha 8 milioni. Se paragonate la popolarità della blogger più famosa con la cantante di origine siciliana il ROI (avviso agli impallinati del marketing: sto giocando, sia chiaro) darebbe la vittoria (a mani basse) alla prima. Sulla Biasi poco da dire: a mio avviso Uomini e Donne sarebbe il suo giusto contenitore. Speriamo la tv se la porti via al più presto.
Lo ripeto, il sistema vuole i numeri. Vuole tanti like sulle foto postate su Fb, vuole cascate di cuoricini su Instagram. Vuole migliaia di retweet su Twitter. Poco importa se tra le righe si nascondono bot impazziti, profili fake e orde di bimbiminkia che mai saranno il vero target di una campagna fashion/lifestyle. Siamo tutti like-dipendenti. Respiriamo i fan che abbiamo. Veri o falsi. Chissenefrega. Altrimenti apnea. E poi morte social. Kaputt. Logout. Game over.
Mi pongo una domanda da qualche anno: l’etica professionale ha ancora un senso per qualcuno? Quando su Fb vedo post sponsorizzati con scritto “Lei è morta. Clicca qui per vedere cosa le è successo” capisco che la deontologia ha lasciato questo Paese tanti anni fa. Io non sono un medico e sinceramente non mi interessa se Chiara Ferragni e Chiara Biasi ambiscono ad assomigliare a Gandhi. Dico solo che la loro immagine manda un messaggio distorto (non mi permetto neanche di dire “negativo”) alle nuove generazioni. Magro è bello, ma troppo magro non credo sia il massimo. Sorrido pensando a come negli ultimi anni il mondo della moda ha affrontato il problema dell’anoressia e bulimia, che da sempre contaminano il fashion system. Tutti paladini della pasta al pomodoro quando c’è da manifestare dissenso nei confronti dell’eccessiva magrezza. Poi, però, in passerella le cose cambiano radicalmente nell’indifferenza generale. Perché le modelle mangiano fazzoletti di carta per non ingrassare (leggi qui). Giusto ricordarlo.
Il post di Simona Pastore su theredmoustaches.com spiega perfettamente con una serie di immagini eloquenti il percorso fatto dalla Ferragni e dalla Biasi. Il cambio costante di immagine è palese ad occhio nudo. Ultimamente qualche “gioia” l’ha data anche Candela Novembre, che pochi conoscono davvero. Modella, mamma e blogger ha ottenuto il palcoscenico degli “eletti” di internet dato il matrimonio con Fabio Novembre.
Orizzontalmente. @spektresunglasses #maresoleventoonde 🍉
Una foto pubblicata da @candelanovembre in data:
Le sue foto su IG non mostrano molta “ciccia” e qualcuno lo ha fatto notare con commenti per nulla velati. Il problema non si pone. Infatti un paio di addetti ai lavori mi hanno liquidato così: “Sarà anche magra, ma lei va alle feste importanti ed è molto seguita. La visibilità che dà a un prodotto è tanta”. E il cerchio si chiude. Sul web la legge dice “Content is the King”, ma la cruda (in questo caso decisamente magra) realtà è un’altra. Il sistema vuole i numeri. Contano solo i numeri. E le feste importanti. Io, se non vi dispiace, me ne frego. Non mi sono seduto al tavolo di internet per reggere la Candela. Di nessuno. A me piace cambiare le cose. O almeno provarci. Ciao.
[Photo credit: tess (28 of 28) via photopin (license)]